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I paesi del G20 in regola sul clima

Nel 2018 le emissioni di CO2 dei paesi G20 sono aumentate in tutti i settori e gli attuali obiettivi climatici per il 2030 sono troppo deboli per raggiungere i target di Parigi

Nessuno dei Paesi del G20 è sulla giusta strada per raggiungere gli obiettivi indicati dall’accordo sul clima del 2015 che prevede di contenere l’aumento della temperatura media globale entro 2 gradi centigradi, meglio 1,5, rispetto al periodo pre-industriale. Nel Gruppo dei 20 la maglia nera va all’Australia ma anche le performance dell’Italia sono da migliorare per le emissioni nei trasporti e nell’edilizia. Lo evidenzia il report annuale “Brown to green” di Climate Transparency condotto sulla base di 80 indicatori.

Nel 2018 le emissioni di CO2 dei paesi G20 sono aumentate in tutti i settori e gli attuali obiettivi climatici per il 2030 sono troppo deboli per raggiungere i target di Parigi. Secondo i ricercatori è tuttavia ancora possibile imboccare la strada del cambiamento.

In Italia le emissioni di gas serra pro capite nel 2016 sono state 6,8 tonnellate, lievemente sotto la media del G20 di 7,5 con un trend dal 2011 di -16%. Ma le emissioni pro capite dei trasporti (1,67 tonnellate di CO2 nel 2018) e quelle provenienti dal settore edilizio (inclusi riscaldamento, cucina e consumo di elettricità per un totale di 1,8 tonnellate di CO2 a testa nel 2018) sono superiori alla media del G20. Dal 2001 al 2018 l’Italia ha perso 299 chilometri quadrati di boschi (-3,2% dal 2000).