LA DATA

1 gennaio 2019

Si potrebbe parlare del primo gennaio 1948, quando entrò in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana, del 42 a.C. con la deificazione di Giulio Cesare da parte del Senato Romano, o anche del 1958, quando entrò in vigore la Comunità europea. Ma ci sono anche cose più leggere, come l’ultima puntata di Carosello, andata in onda il primo gennaio del 1977. La verità è che si potrebbero descrivere nel dettaglio molti fatti, ma forse è altrettanto rilevante, solo per questa volta, parlare di ciò che di certo avviene nell’animo di ognuno, durante questa giornata speciale.

Il 1º gennaio è il primo giorno dell’anno, l’inizio di qualcosa che si ripete infinite volte, ma in cui ognuno spera nuovamente, come fosse una sorpresa: l’anno nuovo. Una giornata che ciascuno vive a modo suo, con un collante di comune positività. Sì, è questa la parola giusta da usare: positività. Perché in questa sta l’impegno di godersi ogni cosa, lo sforzo di comportarsi bene (così come si spera, quasi per inerzia, anche nei giorni a venire), c’è desiderio di un buon inizio – per poi arrivare a un lieto fine – e ambizione, propositi, sorrisi quasi forzati.

Il 1° gennaio richiede forza d’animo, sia per chi crede a un futuro migliore, se l’anno è iniziato con il piede giusto, sia per chi (per lo meno) ci spera, sia per chi (per scaramanzia o per omologazione) decide di essere un po’ più buono del solito. E comunque sia il tempo, c’è quell’aria stanca e pungente per i fuochi d’artificio della notte precedente, che sembra voler sussurrare in modo pacato che «è tutto da ricostruire». Non c’è spazio per il cattivo umore.

E allora si è un po’ più gentili con la nonna, si mangia un po’ di più perché tanto solo per questa volta, si è più coraggiosi nel cogliere l’attimo, si studia diligentemente (o ci si ripromette di farlo), si è più propensi a festeggiare, un po’ per dire addio a ciò che si è stati e un po’ per accogliere ciò che ci si è promessi di essere.

E beh sì, il 2 gennaio niente di nuovo sotto il sole.

 

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