LA DATA

1 luglio 1861

Potremmo definirlo uno dei quotidiani più longevi d’Italia, se non fosse che, essendo il suo editore la Santa Sede, è in realtà il quotidiano del minuscolo stato della Città del Vaticano. Il primo numero dell'”Osservatore Romano” uscì a Roma il 1° luglio 1861, nel cuore di un’Italia appena unita. Lo fondarono un emiliano e un romagnolo, entrambi avvocati, Giuseppe Bastia di Cento (Fe) e Nicola Zanchini di Forlì, riprendendo la testata di un giornale uscito a Roma nel 1849 e che aveva cessato le pubblicazioni nel 1852 per volere del ministro degli Esteri del Regno di Sardegna, Massimo D’Azeglio, per alcuni articoli sgraditi riguardanti la famiglia Savoia.

Dal 1861 l’Osservatore Romano è sempre stato nelle edicole, tranne che per due mesi nel 1919 a causa di uno sciopero dei tipografi. Il primo numero era di sole quattro pagine e riportava la sottotestata “Giornale politico-morale”, divenuta in seguito “Giornale quotidiano politico religioso”. Ancora oggi esce dal lunedì al sabato nel tardo pomeriggio, con la data del giorno successivo. Sotto la testata sono riportate due citazioni in latino: una di Ulpiano, Unicuique suum (a ciascuno il suo), e una dal Vangelo, Non prevalebunt (non prevarranno, riferito ai mali del mondo).

Durante il fascismo l'”Osservatore Romano” non ebbe affatto vita facile schierandosi contro le leggi razziali al punto che il gerarca nazista Goebbels chiese, senza ottenerla, la chiusura del giornale vaticano che, nel 1940, arrivò a tirare 100 mila copie.

Attualmente al quotidiano in italiano sono affiancate edizioni settimanali in inglese, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, polacco e malayalam (lingua parlata in India). Tra le sue particolarità c’è anche la durata in carica dei direttori, che restano al timone per decenni, con il record di Giuseppe Dalla Torre che ha firmato il quotidiano per ben quarant’anni, dal 1920 al 1960.