LA DATA

10 aprile 1710

Il 10 aprile 1710, in Gran Bretagna, entrò in vigore il Copyright Act, la prima legge al mondo sul diritto d’autore. Il nome per esteso era Act for the Encouragement of Learning, by vesting the Copies of Printed Books in the Authors or purchasers of such Copies, during the Times therein mentioned, ed è generalmente conosciuto come Statuto di Anna, dal nome della regina Anna di Gran Bretagna, durante il cui regno venne approvato e promulgato.

Formato da 11 sezioni, lo Statuto d’Anna passava il diritto di stampa, ristampa e vendita dell’opera all’autore, pur garantendo all’editore una protezione legale di 14 anni a partire dalla pubblicazione dello Statuto stesso. Forniva, inoltre, una protezione di 21 anni per tutti i libri pubblicati precedentemente. Alla fine dei 14 anni, il copyright tornava all’autore dell’opera, che poteva goderne per 14 anni a sua volta.

La regina Anna ritratt da Sir Godfrey Knelle

Come si legge su Wikipedia, «il testo prevedeva che il diritto consistesse nel poter stampare e ristampare l’opera scritta, e per infrangere questo copyright era sufficiente, oltre che stamparne o ristamparne una copia, importare l’opera senza consenso. Coloro che avessero infranto le regole sancite dallo Statuto d’Anna sarebbero stati multati per la cifra di un penny per ogni pagina dell’opera; inoltre la copia contraffatta doveva essere distrutta. Lasciando al proprio posto il sistema di registrazione dell’opera esistente, lo statuto specificava che si sarebbe potuto ricorrere a vie legali contro chi avesse infranto le regole, solo ed esclusivamente se l’opera fosse stata registrata in precedenza alla Stationer’s Company. I requisiti formali richiesti per la registrazione permettevano agli utilizzatori di rintracciare il possessore dei diritti sulla stessa. Inoltre lo Statuto di Anna proibiva di importare opere straniere, con la sola eccezione dei classici greci e latini».

Benché stabilisse un giusto compromesso tra autori ed editori, aveva diversi punti deboli, tra cui quello di non dare indicazioni precise su come identificare gli autori e le opere. Ragione per cui gli editori continuavano a comprare i manoscritti originali dall’autore, acquisendo contestualmente anche il copyright.
Inoltre, scaduti i termini fissati dallo Statuto di Anna nel 1731, i librai scozzesi ripresero a pubblicare testi editi dai librai inglesi dando origine alla cosiddetta “Battle of the booksellers” che durò 30 anni.

Secondo i librai inglesi, infatti, il copyright era da considerarsi perpetuo dato che lo Statuto aveva solo integrato il fatto che fosse illecito impadronirsi dell’opera di un’altra persona senza il suo permesso. Gli scozzesi, viceversa, ritenevano che non esistesse nessuna legge preesistente sul diritto d’autore e che quindi, al termine dello Statuto di Anna, l’opera diventasse libera.