DAILY LA DATA

10 gennaio 1929
Prima apparizione di Tintin

Il 10 gennaio 1929 appare per la prima volta, in una striscia del disegnatore belga Hergé, il personaggio di Tintin

Tintin, ovvero la ligne claire c’est moi: il personaggio del giovane reporter belga, protagonista di fantastiche avventure in giro per il mondo, uscito dalla matita di Hergé, ha fatto la sua prima apparizione sul settimanale “Le petit Vingtième” proprio il 10 gennaio 1929. Tintin è uno sfaccendato superimpegnato, di lui non si conoscono né la famiglia né l’età. Con lui viaggia il simpatico cagnolino Milou; lo accompagnano il collerico capitano Haddock e il bizzarro Professor Girasole. In alcuni episodi, appaiono anche due poliziotti un po’ tonti, amici di Tintin, in bombetta e bastone: si chiamano Dupont e Dupond. Per lo più, il reporter Tintin non lavora affatto, ma s’imbatte in falsari e trafficanti di droga, o finisce implicato in casi di spionaggio internazionale. Per giustificare i suoi viaggi costosi e l’assenza di reddito, il vignettista Hergé lo fa partecipare ad una fortunatissima caccia al tesoro.

Ricco o povero che sia, Tintin va perfettamente a ritmo con la realtà storica del suo tempo: la prima delle sue avventure è appunto ambientata nella Russia bolscevica del 1929 e nella Repubblica di Weimar; poi verranno il Congo del 1930, il Nord America del 1933, la Cina occupata dai giapponesi, arrivando – un colpo di scena dopo l’altro – alla Luna, ai dirottamenti aerei e ai dittatori sudamericani. Lo stesso Hergé, per immaginare le storie di Tintin, si documenta con grande precisione, anzi s’immedesima nelle vicende narrate. Dichiarerà: «Se mi sono messo a viaggiare, non è stato solamente per vedere nuovi paesaggi, ma per scoprire altri modelli di vita, altri modi di pensare».

In uno stile limpido, essenziale, Hergé definisce quella ligne claire che sarà antesignana di tutta la scuola vignettistica franco-belga. Dal 1929 al 1983 (anno di morte dell’autore), sono stati completati ben ventiquattro albi, ventitré nell’edizione italiana: una serie dalla popolarità immutata, che vende milioni di copie in tutto il mondo, oltre ad aver ispirato trasposizioni radiofoniche, televisive, cinematografiche. Nel 2016, una tavola di Tintin del 1954 è stata battuta ad un’asta per un milione e mezzo di euro. La striscia piace ai Simpson, in particolare a Bart che la cita in diversi episodi, e agli abitanti di Bruxelles, che hanno dedicato a Tintin & Company alcuni murales in città. Anche Steven Spielberg è un fan appassionato: sua è la regia del lungometraggio animato Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno del 2011.

Anche in Italia la ligne claire di Hergé ha un grande successo: al personaggio del reporter ragazzino sono state intitolate diverse testate. Il debutto da noi risale al 1961, con la storia Lo scettro di Ottokar, pubblicata in volume dalle edizioni Cino Del Duca; in seguito – nel 1968 – esce I gioielli della Castafiore prima in un supplemento della rivista “Linus” e poi su “Il Vittorioso”. La Gandus realizza, dal 1977 al 1986, un’edizione in otto album, poi ripresa dalla Comic Art e dalla de Agostini. L’intera serie è stata completamente ritradotta in italiano e ristampata nel 2011 dalla Rizzoli Lizard.  Intanto,  il giovane Tintin compie oggi 91 anni, ma di pensione non intende sentir parlare.