IL NUMERO

100

Sono cento i passi che separano la casa della famiglia Impastato da quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti a Cinisi, in provincia di Palermo, un paese di dodicimila anime che Peppino, dai microfoni di RadioAut, chiamava Mafiopoli. Se non conoscete questa storia, la potete leggere nell’articolo di Giorgio Frasca Polara pubblicato su TESSERE pochi giorni fa.

Per sconfiggere la mafia bisogna fare molti passi, molti più di cento, e farli tutti i giorni, a volte anche dentro di noi; passi che sono una goccia nel mare, e quindi vanno fatti in tanti.

I processi contro i mandanti dell’omicidio Impastato sono arrivati a conclusione solo nel 2001, un’enormità di tempo, ed è per questo che nel 2002 a Cinisi e Terrasini si è tenuto il primo Forum sociale antimafia, un incontro nazionale di confronto e conoscenza promosso dalla famiglia Impastato, le associazioni e i movimenti, dove ad accogliere i molti partecipanti c’era un’assemblea di benvenuto. L’idea del Forum era quella di riappropriarsi degli spazi territoriali, sottraendoli al dominio mafioso; il programma della mobilitazione nazionale a Cinisi dal 9 all’11 maggio 2002 era stato presentato a marzo davanti all’aula bunker dell’Ucciardone, in occasione dell’udienza del processo per il delitto Impastato. La casa di Peppino in quei giorni era sempre aperta, sua madre Felicia accoglieva tutti, ascoltava, raccontava la sua storia, e soprattutto sorrideva e abbracciava. Nell’era pre-social si facevano workshop di Indymedia sull’informazione indipendente, per mostrare l’uso degli strumenti dell’informazione dal basso; forum tematici nei quali la discussione verteva sui fatti di Genova dell’anno  precedente, su mafia e antimafia, buone pratiche e strumenti.  Il film I cento passi di Marco Tullio Giordana, dedicato alla vita e all’omicidio di Peppino Impastato, era uscito due anni prima e aveva fatto conoscere la sua sorte a tutta Italia, ma un po’ meno la natura della sua lotta, che andava oltre lo sfottò di Badalamenti dalle onde di RadioAut: perché Peppino Impastato non è stato ammazzato per aver chiamato il boss Tano Seduto una volta di troppo, ma perché insieme ai suoi compagni aveva prodotto un dossier dettagliato sugli scempi ambientali effettuati nella zona di Cinisi e Terrasini, e non perdeva occasione per denunciarli.