IL NUMERO

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È l’età di Elihau Pietruszska, ebreo polacco, sopravvissuto all’Olocausto e alla Seconda guerra mondiale che, nel 2017, ha scoperto di avere ancora un parente in vita, il nipote Alexandre, di 66 anni, figlio di uno dei due fratelli. E ha potuto riabbracciarlo in Israele.

Sono passati 78 anni da quanto, nel 1939, il ventiquattrenne Elihau è stato costretto ad abbandonare Varsavia e la sua famiglia per rifugiarsi in Unione Sovietica, nel tentativo si sfuggire ai rastrellamenti nazisti. Alla fine del conflitto, è tornato a Varsavia per cercare la propria famiglia. Qui ha scoperto che i genitori e il due fratelli, Volf e Zelig, erano scomparsi, morti in un campo di concentramento.

A quel punto Elihau ha deciso di abbandonare l’Europa e andare a vivere in Israele, dove si è sposato e ha messo su famiglia. Ed è proprio qui che poco meno di un secolo dopo la sua fuga in Russia ha scoperto che uno dei fratelli, Volf era come lui scappato oltre il confine e si era salvato.

Come lui si era sposato e aveva avuto un figlio. Sono stati i funzionari di Yad Vashem, l’ente nazionale israeliano che da oltre 60 anni si occupa di curare un enorme database delle vittime dell’Olocausto, per collegare ai numeri anche un nome. Così hanno scoperto che un Pietruszka era sopravvissuto e che aveva avuto un figlio, si sono messi in contatto con l’altro fratello e hanno fatto il miracolo di ricongiungere una famiglia sopravvissuta all’inferno.