LA DATA

11 aprile 1987

Alla base della tromba delle scale della sua casa, in corso re Umberto 75 a Torino: qui viene ritrovato il corpo senza vita di Primo Levi, quel giorno di 30 anni fa.

Benché qualcuno abbia avanzato il dubbio, quasi certamente si è trattato di suicidio e sulle ragioni di tal gesto si sono moltiplicate le ipotesi, chiamando in causa lo stato di depressione in cui si trovava lo scrittore torinese, angustiato dalle condizioni di salute in cui versava l’anziana madre, dalla pressione dell’assistenza dovuta alla suocera, dall’operazione a cui si era recentemente sottoposto e dai fantasmi che la malattia suscitavano in lui. Ma, sopra a ogni spiegazione, vero o falso che sia, ancora l’atrocità del lager, quell’orrore instillato dentro in campo di concentramento e riflettendo sul campo di concentramento, il senso di vergogna per essere sopravvissuto, l’appartenenza a quelli che lui aveva chiamato “i salvati“.

Scrittore poliedrico, fecondo ed inclassificabile, iniziò la sua attività narrativa, con scarso successo all’esordio, testimoniando quanto aveva visto nell’incubo prodotto dal nazismo, là dove furono sterminati circa 11 milioni di persone, di cui 6 milioni marchiate con la stella gialla inflitta per il fatto di essere ebrei, proprio come Primo Levi.

Torinese di nascita, studi classici in gioventù, laureato in chimica, partigiano antifascista per vocazione, venne arrestato dai nazifascisti in Valle d’Aosta nel dicembre del 1943 e deportato a Auschwitz nel febbraio dell’anno successivo. Scampato al lager, tornò in Italia e, ad ora incerta ma con costanza e tenacia, nelle pause del suo mestiere di chimico prestato all’attività di manager, iniziò la sua carriera di scrittore, spaziando dalla fantascienza al romanzo, dalla poesia al racconto, invadendo campi inesplorati ed avendo sempre sotto gli occhi la passione civile, il senso morale, il desiderio di conservare la memoria e del dare testimonianza, e l’attenzione a cosa aveva innescato quell’unicum della storia prodotto dall’odio razziale e dal desiderio di onnipotenza.

A Primo Levi è dedicato il terzo libro pubblicato da TESSEREQuesto è un uomo, una “appassionata” biografia di quello che a ragione in molti considerano il mancato premio Nobel per la letteratura: con i contributi di Massimo Giuliani e di Andrea Liberatori, il libro, scritto da Daniele Pugliese, è la testimonianza del valore umano e letterario dello scrittore torinese, ed  anche un omaggio a quello che, «suo malgrado è divenuto un Virgilio dantesco», certamente un maestro.

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