LA DATA

11 gennaio 1935

La donna che per prima volò più in alto di tutte si chiamava Amelia Earhart e il sogno di salire in cielo l’aveva fin a piccola. Lo realizzò con una caparbietà e una forza di volontà che la fecero entrare nell’empireo delle grandi donne. Una delle sue imprese più significative è datata 11 gennaio 1935: quel giorno Amelia attraversa il Pacifico per oltre 2.400 miglia dalle Hawai alla California, sola, assistita soltanto da qualche thermos di cioccolata calda. Ma ormai Amelia è una veterana, perché tre anni prima aveva già compiuto la stessa impresa in solitaria attraversando l’Atlantico. La sua vita, lei stessa, sono già un mito per gli americani.

Nata in Kansas nel 1897, diventa crocerossina e lavora duramente per pagarsi le lezioni di volo. A soli 25 anni può coronare un primo sogno, quello di acquistare un aereo tutto suo, con l’aiuto economico di altre due donne: la madre e la sorella. A credere in lei sarà poi anche l’uomo che diverrà suo marito, Georges Palmer Putnam, editore del  libro 20 ore e 40 minuti in cui Amelia racconta il volo transoceanico del 1932, suo agente e pigmalione.

Il sogno su cui si infrange la vita di Amelia è quello di fare il giro del mondo. Partita con il copilota Frederick Noonan, a due terzi del viaggio, dopo aver percorso oltre 22.000  miglia, il suo aereo scompare per non essere mai più ritrovato. Era il 1937 e non aveva ancora compiuto 40 anni. Il mistero della scomparsa di Amelia Earhart è durato decenni. A nulla servirono le ricerche compiute dal marito e dal governo americano. Solo pochi mesi fa uno studio scientifico fatto con nuovi mezzi ha potuto certificare che le ossa ritrovate insieme ad alcuni oggetti su di un isolotto del Pacifico nel 1940 erano della coraggiosa pilota. Nessuna traccia dell’aereo, ma sulla spiaggia una scarpa da donna.

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