DAILY IL NUMERO

111.800.000
Device in uso agli italiani

Il Rapporto Auditel-Censis 2019 evidenzia un panorama poco rassicurante, in Italia, sulla diffusione degli smartphone a danno di altri device più "tradizionali". Il mondo in tasca non è detto che sia positivo per essere correttamente informati

Secondo l’ultimo rapporto Auditel- Censis, il numero degli smartphone ha superato quello dei televisori: in totale, nelle case degli italiani, ci sono 111 milioni e 800 mila dispositivi, mezzo punto in più rispetto al 2017. Ogni famiglia ne ha, quindi, in media 4,6 a disposizione. Di questi, 43 milioni e 600 mila sono smartphone, l’1,7 % rispetto allo scorso anno. I televisori sono 42 milioni e 300 mila, ovvero 400 mila in meno rispetto al 2017.

Si riduce, inoltre, il numero dei computer fissi e dei tablet, mentre crescono smart tv e schermi televisivi collegati ad Internet grazie a dispositivi esterni. Non è quindi un caso che circa 10 per cento degli italiani, poco meno di 6 milioni, in particolare i giovanissimi e i millenials, segua i programmi televisivi collegandosi a dispositivi che non siano la tradizionale tv.

E qui arrivano le dolenti note, poiché secondo uno studio condotto del Pew Research Center negli Stati Uniti, l’83% degli intervistati ritiene che le piattaforme digitali esercitino una forma di controllo sulle notizie mostrate. Come scrive Linkiesta, «gli americani sono diffidenti nei confronti delle piattaforme digitali, basti pensare che più di otto persone su dieci, per l’esattezza l’82 %, ritiene che alcune testate giornalistiche e organizzazioni di stampa siano trattate meglio di altre. Solo per il 16 % tutte vengono divulgate in modo analogo. Non solo. Agli intervistati sono state sottoposte delle affermazioni per capire quali li preoccupava in misura maggiore. Le notizie di parte, di una sola parte, sono un grande problema per il 53 % delle persone, mentre per il 30 % è una preoccupazione moderata».

Eppure in Usa oltre la metà delle persone si tiene aggiornato attraverso Facebook (52 %), Youtube (28 %), Twitter (17 %) e Instagram (14 %).

Dal momento che gli smartphone hanno superato la tv, è ovvio ritenere che chi li usa si informi direttamente su questi device, invece di leggere il giornale, guardare i Tg, ascoltare le notizie in radio. E c’è da essere certi che lo facciano soprattutto sui social, così che se non vanno a leggere le pagine facebook e affini di testate giornalistiche e tv, la disintermediazione è servita. E non è certo un bene.