IL NUMERO

112

È 112 il numero unico per le emergenze (NUE) che l’Unione europea ha istituito nel 1991 per tutti gli Stati membri. Sul modello del celeberrimo 911 statunitense (non c’è film americano dove almeno una volta non venga composto questo numero, di cui abbiamo parlato anche qui su TESSERE), è nato con la Decisione del Consiglio 91/396/CEE, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale italiana del 6 agosto 1991.

Dal 1992 è attivo nella maggior parte dei Paesi dell’Unione, con l’eccezione di alcuni di essi nei quali è stato introdotto dal 1996. Tuttavia, attivo non significa che il 112 sia anche numero unico, perché in molti Stati ancora si accompagna ad altri numeri di emergenza preesistenti.

A fronte di una diffusione a macchia di leopardo, nel 2004, la UE ha adottato una risoluzione secondo la quale entro il 2008, il NUE 112 avrebbe dovuto essere esteso a tutta l’Unione.

Mentre tutti i Paesi si sono adeguati, l’Italia, manco a dirlo, è il fanalino di coda, dato che ad oggi, ha attivato il 112 come numero unico (che raccoglie cioè le chiamate al 115, al 113 e al 118) solo in alcune regioni e province. Per questo ritardo, peraltro, nel 2009 è stata sanzionata dalla Corte di Giustizia dell’Unione. Il procedimento di infrazione è stato chiuso nel 2011, fidandosi dell’impegno assunto dall’Italia per l’istituzione del NUE.

Il 21 giugno 2010, quindi, il 112 è stato attivato, in via sperimentale, nella provincia di Varese. Dal 3 dicembre 2013, è stato esteso anche alla provincia di Milano, mentre a maggio 2015 è entrato in funzione in tutta la Lombardia.

Dopo che, all’inizio del 2016, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto attuativo per l’introduzione del numero unico di emergenza, a partire dall’inizio del 2017 il 112 è stato attivato in Piemonte, in Val d’Aosta, in Liguria, in Friuli, in alcune aree della Sicilia. Un obbligo non più rinviabile, se non correndo il rischio che scattino di nuovo le sanzioni; un adeguamento che arriva con oltre 25 anni di ritardo e un investimento di 58 milioni di euro per estenderlo in tutto il territorio nazionale, entro il 2024.