LA DATA

12 ottobre 1492

Un clamoroso errore di calcolo e un’evidente inesattezza storica crearono la fama del più famoso navigatore d’ogni tempo, lo scopritore del Nuovo Mondo. «E il mare concederà a ogni uomo nuove speranze, come il sonno porta i sogni»: si dice furono queste le parole che pronunciò Cristoforo Colombo salpando da Palos il 3 agosto del 1492. Meno noti suoi pensieri quando, il 12 ottobre dello stesso anno, raggiunge un’isola che battezzò San Salvador, convintissimo d’essere arrivato in India.

Cercava l’Asia e si imbatte nelle Americhe il genovese che, spinto anch’egli dall’avidità per l’oro e per le spezie, oltre che da indubitabili interessi geografici, culturali e dall’amore per l’avventura, partì alla ricerca di una nuova via attraverso il mare con le celeberrime Niña, Pinta e Santa Maria.

Colombo, che  sosteneva la sfericità della Terra, voleva a tutti i costi attraversare l’Atlantico. Dopo il rifiuto del re di Portogallo, ottenne l’appoggio dei sovrani di Spagna, Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia. Dopo innumerevoli peripezie, e aver represso un principio di ammutinamento, pensando di essere arrivato in Cina toccò invece la costa cubana, definita da Colombo «l’isola più bella che occhio umano abbia mai visto».

Colombo era convinto che la terra avesse un diametro inferiore a quello effettivo  e stimava in 4.400 chilometri la distanza tra le Canarie e l’India, mentre quella reale, circa 20.000 km. non era percorribile da nessuna nave dell’epoca. Ma tant’è. Colombo era un uomo fortunato, invece di sperdersi in mezzo al mare si imbattè nell’America. A sua gloria nei secoli dei secoli. Poco importa, che prima di lui probabilmente fossero arrivati i vichinghi e che le successive spedizioni nel Nuovo Mondo lo portarono alla rovina. Resta il pioniere delle grandi scoperte. E di tutto il bene e il male (sfruttamento, massacri, colonizzazioni….) che ne seguirono.