DAILY IL NUMERO

1231
Reato del Codice di navigazione

L'incidente della MSC "Opera", il Codice della navigazione e l'inosservanza delle norme di sicurezza. Una riflessione su una tragedia sfiorata
foto: Notizie.it

È il reato 1231 del codice di navigazione, “inosservanza delle norme sulla sicurezza”, quello su cui indagala la Procura di Venezia, dopo l’incidente della MSC “Opera”, al molo della Giudecca.

Era il 1924, quando entrò in vigore il Codice, un complesso di regole che traggono la loro peculiarità dal particolare ambito (acqua o aria) in cui la navigazione si applica, visto che l’attività del navigare sull’acqua con imbarcazioni, in superficie o sottomarina, si pratica in mare o nelle acque interne. Ecco perché, essendo così complessa, la materia è regolata anche da moltissimi accordi internazionali, sorti per disciplinare i traffici marittimi e aerei.

In tempi remoti la navigazione si basava sull’osservazione di punti di riferimento la cui posizione era nota, quali il sole, la luna e le stelle, per determinare le coordinate geografiche. Successivamente individuare questi punti di riferimento è diventato più semplice ed efficiente grazie all’introduzione di strumenti come il sestante e via via altri sistemi, fino alla seconda metà del XX secolo quando sono arrivati il GPS, i rilevatori satellitari, i ripetitori WLAN, e altro.

Malgrado carte e codici, strumenti sofisticati e apparentemente infallibili, la mano dell’uomo resta ancora determinante. Lo è stata per i grandi disastri navali del Novecento (TESSERE ha raccontato del Titanic e dell’Andrea Doria), per altri più recenti, come il naufragio della Costa Concordia all’isola del Giglio. Non si conoscono ancora le cause dell’incidente al molo della Giudecca a Venezia, per ora sono finiti sotto sequestro i sistemi di movimento (motorini, timone, scatola nera), verrà disposta la consulenza tecnica, e se vi saranno atti irripetibili, com’è probabile, vi saranno iscrizioni di indagati.

Avrebbe potuto essere una tragedia. La MSC “Opera” è un gigante di 275 metri per 65 mila tonnellate di stazza, che puntava dritto verso il molo, con il motore in avaria e in accelerazione continua per la spinta. Spetterà alle indagini capire se ci sono e di chi sono le responsabilità, ma certo non c’è Codice della navigazione che regga di fronte alla follia di fare entrare a Venezia mostri di queste dimensioni.