DAILY LA DATA

13 giugno 1931
Nasce Irvin Yalom

Il 13 giugno 1931, a Washington DC, nasce Irvin Yalom, lo psichiatra che ha rivoluzionato i modelli psicoanalitici e ha "inventato" la terapia di gruppo

Buon compleanno, Irvin Yalom. Lui, che ha rivoluzionato i modelli psicoanalitici e ha, per così dire, “inventato” la terapia di gruppo, è nato a Washington DC il 13 giugno del 1931, in una famiglia ebraica di ridotte possibilità economiche. Ha la faccia da sefardita, le mani dalla stretta forte – anche oggi che conta ottantotto primavere –, il sorriso irresistibile. Ad almeno tre generazioni di psicoterapeuti, Yalom ha insegnato a porre attenzione ai temi esistenziali più che alle radici del trauma: l’amore, la morte, le relazioni umane.

Laureato in medicina e specializzato in psichiatria, ha iniziato la sua carriera accademica presso la Stanford University, alternandola con il lavoro di terapeuta che continua ad esercitare ancor oggi (part-time, sostiene, scherzandoci su), a Palo Alto e a San Francisco: un metodo da lui stesso definito “psicoterapia esistenziale”. Se gli si chiede cosa significhi, cita il caso di Sigmund Freud che – nel 1892 – curò con successo una giovane donna che soffriva di difficoltà deambulatorie psicogenetiche e attribuì la guarigione alla tecnica di riemersione dei desideri e dei pensieri traumatici.  «Ma non è tutto» sostiene Yalom. Freud si avvalse anche d’altro: parlò con i familiari della giovane, consolò la paziente e la rassicurò. Tutte aggiunte, tutti fuoriprogramma che sfuggono alla teoria formale, difficili da definire, così come difficile è definire e insegnare la compassione, l’attenzione, quell’arrivare ad un livello più profondo nel rapporto medico-paziente. Ecco, sta nell’aggiunta il fascino di Irvin Yalom: lui – una moglie, Marilyn, con cui è sposato da oltre cinquant’anni; quattro figli e cinque nipoti – è ancor oggi uno sperimentatore.

Da quando, nei primi anni Settanta, ha pubblicato Everyday Gets a Little Closer con Ginny Elkin, testo in cui – per la prima volta – sono riportate alternativamente le considerazioni di psichiatra e paziente, Yalom ha strutturato una visione (e soprattutto una pratica) rivoluzionarie; una psicoterapia che, attraverso il suo approccio dinamico, si focalizza sulle preoccupazioni radicate nell’esistenza dell’individuo: appunto la morte, ma anche la libertà (spesso altrettanto problematica), l’isolamento, l’assenza di un senso. Parallelamente – e questo (grazie al lavoro meritorio dell’editore Neri Pozza) l’ha reso famoso anche in Italia – Irvin Yalom ha portato avanti un’attività di romanziere anch’essa fuori dagli schemi: La cura Schopenhauer (2005) Le lacrime di Nietzsche (2006) e Il problema Spinoza (2012) sono riflessioni in cui l’autore riesce a coniugare filosofia e storia, psicologia e narrativa in modo preciso, ma emozionante, empatico. La sua  figura è anche al centro del documentario Yalom’s Cure della regista Sabine Gisiger, presentato al Festival di Locarno nel 2014 : il medico-scrittore si racconta, dall’infanzia difficile alla passione per lo studio, alla scelta di occuparsi con tutto se stesso alla cura degli altri. Nel 2018 è uscita in Italia, sempre per Neri Pozza, Diventare se stessi, un’autobiografia commovente e significativa, un abbraccio al mondo.