È il numero di cifre che compongono il codice ISBN (dall’inglese International Standard Book Number) con cui si classificano a livello internazionale i libri, in maniera che ogni specifica edizione di un libro venga identificata in modo univoco, eccezion fatta per le semplici ristampe che mantengono lo stesso codice della prima edizione, da quella serie di numeri che, una volta assegnati, non possono più essere riutilizzati.
Benché non obbligatorio, l’ISBN viene impiegato per l’immissione del volume nei canali della distribuzione.
Il codice ISBN – a sole 10 cifre – è stato introdotto nel 1967 in base ad uno standard dell’ISO (International Organization for Standardization), e deriva dalla codifica a 9 cifre SBN (Standard Book Numbering) elaborata l’anno precedente per iniziativa della più estesa catena inglese di distribuzione specializzata in libri e giornali, la Smith’s, la quale, decisa a gestire in maniera computerizzata i propri magazzini, commissionò uno studio al professor Gordon Foster.
L’apposita commissione costituita dall’ISO per introdurre a livello internazionale lo standard dell’ISBN a 10 cifre giunse all’approvazione nel 1970. Ma dal 1º gennaio 2007 la sequenza numerica è stata portata a 13 cifre, benché venga utilizzata ancora quella antecedente a 10 cifre.
La stringa di 13 cifre è suddivisa in 5 settori, di cui solo il primo e l’ultimo hanno un numero fisso di cifre: rispettivamente 3 e 1. Il numero di cifre degli altri 3 settori centrali varia invece in modo inversamente proporzionale.
Generalmente, ma non sempre, i vari settori del codice ISBN sono separati l’uno dall’altro da un trattino (è il metodo consigliato) o da uno spazio.
Le prime 3 cifre indicano dunque il prefisso EAN-13 e specificano che si è in presenza di un libro. Siccome tutti i prodotti destinati al consumatore utilizzano un codice a barre a 13 cifre, le cui prime tre cifre identificano il paese di provenienza del prodotto, dato che questo era già specificato nell’ISBN a 10 cifre, fu deciso di catalogare i libri come se fossero prodotti a Bookland, un fittizio “Paese del libro”, contrassegnato dal prefisso 978 o 979.
L’introduzione di questo prefisso ha comportato il cambiamento dell’ultimo numero, il “carattere di controllo” impiegato per verificare che il codice non sia stato letto o trascritto erroneamente, cosa che può accadere, specialmente usando strumenti automatici di lettura dei codici a barre. Il carattere di controllo utilizza i numeri da 0 a 9, ed anche il 10 romano, cioè la “X”. Quindi non coincide nelle due versioni essendo cambiato l’algoritmo che lo genera.
I tre settori centrali – con cui si identificano gruppo linguistico, editore e titolo del libro – hanno dunque a disposizione 9 cifre: meno se ne devono utilizzare per uno, più se ne hanno disponibili per gli altri due. Perciò le lingue e gli editori che hanno meno cifre nel codice ISBN hanno la possibilità di pubblicare una maggior quantità di libri.
Le aree linguistiche ad una sola cifra sono l’inglese (dispone dello 0 e dell’1), il francese col 2, il tedesco con il 3, il giapponese con il 4, i paesi dell’ex-Unione Sovietica con il 5, la Cina con il 7.
Hanno codici a 2 cifre l’Italia che ha l’88, e poi ex-Cecoslovacchia (80), India (81), Norvegia (82) Polonia (83), Spagna (84), Brasile (85), ex-Jugoslavia (86), Danimarca (87), Corea del Sud (89), Paesi Bassi (90), Svezia (91), India (93), Paesi Bassi (94) e le Organizzazioni non governative internazionali e quelle europee (92).
Una sessantina di paesi hanno un codice a 3 cifre e fra questi Iran, Kazakistan, Indonesia, Arabia Saudita, Vietnam, Turchia, Messico, Thailandia, Perù, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Argentina, Finlandia, Cile, Taiwan, Colombia, Cuba, Hong Kong, Ungheria, Iran, Israele e Portogallo.
Paesi come l’Albania, l’Algeria, la Siria, la Lettonia, l’Islanda, l’Afghanistan, la Tunisia, la Georgia, l’Ecuador, il Marocco, la Lituania, Singapore, il Perù hanno codici a 4 cifre. Hanno codici a 5 cifre paesi come la Bolivia, il Kuwait, Malta, la Namibia, il Brunei, Guatemala, le Mauritius, la Cambogia, il Lussemburgo.
L’identificativo della casa editrice o del marchio editoriale può utilizzare da 2 a 7 cifre. Einaudi, per esempio, ha lo 06, Mondadori lo 04, Guanda il 6088, Baskerville l’8000, Portaparole il 97539, TESSERE il 942198.
L’identificativo del libro, il suo titolo, può utilizzare da 1 a 6 cifre: è ovvio che TESSERE, identificata con 6 cifre, può pubblicare meno libri di Einaudi che ne impiega solo 2.
Analoghi codici numerici esistono anche per la classificazione di pubblicazioni periodiche come i quotidiani o le riviste (l’ISSN) e per gli spartiti musicali (l’ISMN).
Un’apposita Agenzia è preposta alla concessione degli ISBN.