LA DATA

14 agosto 1945

Il 14 agosto 1945 il presidente Truman annuncia all’America la resa del Giappone. È la fine della guerra: una folla festante si riversa per le strade, a New York si raduna a Time Square e si abbraccia, brinda, balla per la contentezza. Tra loro c’è il fotografo Alfred Eisenstaedt, in giro per la città ad immortalare l’evento per la rivista “Life”, per la quale lavorerà tutta la vita, dal 1936 al 1972. Eisenstaedt vide un marinaio dell’US Navy chea abbracciava e baciava tutte le donne che incontrava sul suo cammino, in preda a una gioia incontenibile; notò anche una bella infermiera che arrivava dalla direzione opposta, e capì all’istante che sarebbe stato lo scatto giusto. Occhio e capacità di cogliere il momento giusto di un incontro casuale, bravura e pure fortuna: il marinaio abbracciò la donna, la baciò e Alfred Eisenstaedt scattò la foto che divenne l’emblema della fine di un incubo e del ritorno alla bellezza della vita.

La fotografia del bacio a Times Square fu pubblicata sulla rivista “Life” il 27 Agosto del 1945, fece il giro del mondo e diventò in breve un’immagine famosissima, riprodotta in milioni di copie; nel 2010 il bacio leggendario è stato oggetto di una vera e propria rievocazione, con centinaia di volontari che si sono riuniti a Times Square, come sul set di un film.

La rivista “Life” alcuni anni dopo cercò i protagonisti del bacio pubblicando un appello, per il quale si presentarono tre infermiere e ben 12 marinai; la ricerca non fu priva di qualche colpo di scena nel corso degli anni, ma in fondo era poi così importante sapere chi fossero quei due? L’unica cosa importane era quel loro bacio, simbolo di gioia e ritrovata euforia.

Eisenstaedt è anche noto per un’altra fotografia, scattata nel 1933 a Ginevra, dove il fotografo era stato inviato per seguire i lavori di una conferenza internazionale. Tra i componenti della delegazione tedesca c’era Joseph Goebbels, a inizio carriera, Eisenstaedt gli scatta una prima foto nella quale lo vediamo sorridente e rilassato. Poi qualcuno sussurra a Goebbels che il fotografo è ebreo, e il suo sguardo cambia, si fa duro e carico d’odio. Eisenstaedt lo fotografa di nuovo, stavolta con questa espressione sul volto; il titolo della foto sarà “Gli occhi dell’odio”.

Eisenstaedt lo racconta così:
“Seduto nel giardino dell’hotel, c’era il dottor Joseph Goebbels, ministro della Propaganda di Hitler, per un momento sorrideva con tutti, però appena mi vide smise. Dietro di lui c’erano il suo segretario privato e l’interprete. Qualcuno gli aveva detto che ero un fotografo ebreo. Cominciò a guardarmi con odio e mi fissò addosso lo sguardo. Io, fermamente, non abbassai il mio. Mi considerava un suo nemico? Sembrava che fosse così. Molto persone oggi mi chiedono come mi sono sentito quando ho dovuto fotografare questa gente. Ovviamente, non troppo bene, ma quando ho una macchina fotografica in mano non conosco la paura».