DAILY LA DATA

14 luglio 1948
L’attentato a Togliatti

Nei giorni successivi si sfiora la guerra civile. Ma è il Migliore a riprendere in mano la situazione: non appena risvegliatosi dopo l'intervento chiede ai dirigenti del Pci di bloccare tutte le manifestazioni di protesta

C’è un ragazzo in via della Missione, lì dove c’è l’uscita secondaria di Montecitorio che molti parlamentari preferiscono. Ha 24 anni, è uno studente di giurisprudenza fuori corso e aderisce a un partitello nato dal movimento antipolitico del Fronte dell’Uomo Qualunque. In tasca ha una rivoltella ed è arrivato apposta dalla Sicilia con tutta l’intenzione di usarla. Non contro un uomo qualunque, ma contro il Migliore.

Manca un quarto a mezzogiorno di mercoledì 14 luglio 1948 quando il segretario del Partito Comunista Palmiro Togliatti esce dalla Camera insieme alla deputata Nilde Iotti, sua compagna. Lo studente qualunquista – Antonio Pallante è il suo nome, non ha lasciato memoria di sé se non per questo gesto – lo sta aspettando. Spara quattro volte mirando alla testa. Tre proiettili colpiscono Togliatti che si accascia in un lago di sangue.

Non è morto. I soccorsi tempestivi e il riuscito intervento del chirurgo del Policlinico di Roma Pietro Valdoni gli salveranno la vita. Ma quei quattro colpi hanno innescato un meccanismo politico e sociale esplosivo. La notizia si propaga rapidamente, anche grazie a un’edizione straordinaria del “L’Unità” a firma Pietro Ingrao. Nei giorni successivi l’attentato si sfiora la guerra civile. La Cgil indice uno sciopero generale, i lavoratori scendono nelle piazze, c’è chi va a ripescare le armi nascoste dopo l’ancora recente Liberazione, ci sono scontri con la polizia, viene mandato in strada anche l’esercito. Alla fine si contano decine di morti e feriti, migliaia di arresti.

Ma è Togliatti a riprendere in mano la situazione, non appena risvegliatosi dopo l’intervento. Chiede ai dirigenti del Pci di bloccare le manifestazioni, lo stesso segretario della Cgil (che proprio a seguito dello sciopero contro l’attentato a Togliatti sancirà, la settimana successiva, la scissione dai cattolici della Cisl) Giuseppe di Vittorio revoca lo sciopero generale e il governo resta in piedi.

Fin qui la storia, che non è fatta di se. Certamente, però, quel 14 luglio rappresenta un momento di “sliding doors” per le sorti dell’Italia: che cosa sarebbe accaduto se Togliatti non si fosse salvato?