IL NUMERO

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La foto simbolo della crisi greca – luglio 2015

È il numero dei “pacchetti austerità” che il governo greco ha dovuto approvare dal 2010 al 2018, vincolati agli “aiuti” di circa 289 miliardi di euro da parte delle istituzioni europee, assegnati nello stesso periodo. La settimana scorsa è stato diffuso il report shock del viaggio effettuato a giugno, in Grecia, dalla Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, che ha messo nero su bianco i devastanti effetti delle misure. «Hanno integrato una violazione dei diritti umani», ha scritto, mettendo a rischio in particolare il diritto alla salute e all’istruzione.

Secondo il rapporto, di cui ha dettagliatamente scritto il giornalista Claudio Paudice su “Huffington Post“, infatti, in sei anni il numero dei senzatetto è passato da 11.000 a 40.000; i furti di elettricità per l’impossibilità di pagare le bollette sono aumentati di quasi il 1000% dal 2008 al 2016; la spesa sanitaria pubblica è ferma al 5,2% del Pil (la media UE è del 7,5%); i suicidi sono aumentati del 40% tra il 2010 e il 2015 (con un tasso medio annuo di mortalità del 7,8%, rispetto all’1,6% prima della crisi); il finanziamento degli ospedali pubblici è diminuito più della metà dal 2009 al 2015, il sistema sanitario pubblico è al collasso.

Nel corso degli anni più difficili, inoltre, si sono verificati aumenti vertiginosi nei tassi di Hiv e di tubercolosi tra i consumatori di droghe, la salute mentale dei cittadini greci si è notevolmente deteriorata a causa della depressione causata della crisi economica, mentre la maggior parte degli ospedali psichiatrici è sovraffollata, contribuendo così a deteriorare le condizioni all’interno di queste strutture.

In sintesi, conclude la Commissaria Mijatović, le misure d’austerità e le loro conseguenze concrete sulla popolazione «minano il diritto alla salute sancito dall’articolo 11 della Carta sociale europea, di cui la Grecia è parte».

Stesso discorso per l’istruzione, dato che le risorse sono state ridotte da 5.645.000 di euro nel 2005 a 4.518.000  di euro nel 2017, colpendo il personale docente, di conseguenza la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento.