LA DATA

15 giugno 1300

Sette erano i Priori eletti al Comune di Firenze nel bimestre giugno-agosto dell’anno 1300, e tra questi figurava il padre della lingua italiana: Dante Alighieri. I priori erano tra i componenti dell’organismo del governo cittadino, una carica importante a testimonianza del ruolo di prestigio del poeta all’interno della città di Firenze.

Dante ha scritto quella che è l’opera cardine della nostra cultura, la Commedia (più nota come Divina Commedia), vero e proprio capolavoro della letteratura mondiale. Densa di riferimenti allegorici, il lavoro di Dante offre ai lettori un significativo spaccato di etica e morale.

Da sempre appartenente al partito guelfo, il sommo poeta ricoprì la carica di priore con la dovuta serietà, contrastando l’operato di uno dei suoi acerrimi nemici, il papa Bonifacio VIII, al quale Dante ha riservato parole feroci nel canto XIX dell’Inferno (pur essendo il papa ancora in vita al tempo della stesura dell’opera). Egli era colpevole, secondo il poeta di aver contribuito alla decadenza morale della Chiesa: pecca imperdonabile per i valori e i principii di Dante Alighieri.