DAILY LA DATA

15 settembre 1993
Don Puglisi ucciso dalla mafia

Era parroco nella Chiesa di San Gaetano, nel quartiere Brancaccio di Palermo, dove a controllare la situazione era la famiglia Graviano legata al boss Leoluca Bagarella

Era nato il 15 settembre 1937 a Palermo e a Palermo perse la vita nello stesso giorno, 56 anni dopo, ucciso da Cosa Nostra. Don Pino Puglisi ha dedicato la sua vita a combattere la mafia, quella mafia che l’ha ucciso davanti al portone di casa sua, con un colpo di pistola alla nuca, da vigliacchi quali i mafiosi sanno essere.

Don Puglisi era parroco nella Chiesa di San Gaetano, nel quartiere Brancaccio di Palermo, dove a controllare la situazione era la famiglia Graviano, legata al boss Leoluca Bagarella. Una città difficile Palermo, dove combattere la mafia non era ai tempi impresa semplice (come non lo è nemmeno oggi, in realtà), tanto era radicata la cultura mafiosa e tanto erano forti e prepotenti i boss e i loro aiutanti. E se c’è una cosa di cui la mafia ha davvero paura è di chi sa pensare, sa ragionare, sa mostrare alle persone che esiste un’alternativa a quella vita di malavita e delinquenza.

Questo era Don Puglisi: era un aiuto per i più piccoli che vivevano sulle strade e vedevano i boss mafiosi come star di Hollywood, era il porto sicuro per i ragazzi che così non sarebbero stati arruolati tra le file della malavita e avrebbero potuto conquistare un futuro migliore. Attraverso i giochi, la lettura, l’educazione, Don Puglisi faceva toccare con mano a quei giovani che non era necessario essere mafiosi per vivere bene, ma che, anzi, era proprio ribellandosi e decidendo di decidere per sé che arrivava la vera soddisfazione. Don Pino riuscì, negli anni della sua azione, a sottrarre giovani alla mafia, a evitare ai più piccoli il futuro che era stato dei loro padri, meno fortunati di loro nell’incontrare una luce lungo la vita.

Tutto questo, come si può intuire, non era gradito alla mafia che, in cerca di vendetta, decise di fare l’unica cosa che avrebbe potuto fare per mettere a tacere Don Puglisi: togliergli la vita, togliendogli così anche la voce per ribellarsi alle ingiustizie e la forza per immaginare un futuro migliore per i ragazzi del suo quartiere. Ma, se con la morte gli hanno tolto la voce, non hanno potuto uccidere il suo ricordo e il suo insegnamento.

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