IL NUMERO

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È il numero delle persone morte sul lavoro in Italia dall’inizio dell’anno. E considerando che il mese di aprile è appena iniziato questo sign​i​fica che nel nostro Paese si continua a morire sul luogo di lavoro – nel posto, quindi, che dovrebbe sostenere la vita, nel senso di sostentare – con una media di 51 vittime al mese, ovvero​ quasi due​ morti al giorno. Numeri terribili per un Paese civile, dove sul tema della sicurezza si spendono parole, da anni: mobilitazioni sindacali, corsi di aggiornamento, norme che prevedono una serie di procedimenti precisi e che, purtroppo, ancora sono in gran parte disattese. Mancano i controlli o siamo carenti quanto a cultura del lavoro?

L’ultimo caso a Crotone, giovedì 5 aprile, dove due operai sono stati travolti dal crollo di un muro. E ancora a Marghera, martedì 3 aprile, ha perso la vita un uomo di 55 anni, ucciso da un tir, nel cantiere dove era impiegato. Ed è solo del 28 marzo scorso il terribile scoppio al porto di Livorno, che ha ucciso due operai di 25 e 52 anni.

Secondo l’osservatorio in​dipendente morti sul lavoro di Bologna, il triste primato spetta alle regioni del nord Italia: sono 21 le vittime in Veneto, seguite da 20 in Lombardia e 12 in Piemonte. Dieci decessi sono registrati in Campania e Toscana.

L’anno in corso, quindi, sembra avviarsi con auspici ben peggiori rispetto al 2017, in cui dall’inizio dell’anno sono morte durante l’attività lavorativa 632 persone.

Favorire una nuova cultura della sicurezza, sostenere gli investimenti delle aziende in maniera adeguata, unire ai controlli adeguate sanzioni, possono essere gli strumenti per fermare questa insensata carneficina. Noi di Tessere speriamo di non dover dare più questi numeri nella nostra rubrica.