IL NUMERO

17.400.000

Ormai è la nazione più vecchia, anagraficamente parlando, al mondo, con i suoi 17,4 milioni di abitanti con più di 75 anni, su un totale di 127 milioni. In Giappone, nel 2017, la popolazione ultra 75enne è salita al 27,7%, contro 15,6% di minori di 15 anni. Non solo, ma per il settimo anno consecutivo, il Sol Levante ha visto calare il numero dei propri cittadini. Nella più recente rivelazione, di 227 mila unità, secondo il Ministero per gli Affari interni.

Considerando che l’Organizzazione mondiale della sanità definisce una nazione “in fase di invecchiamento” quando lo percentuale di ultra65 anni supera 7%, e in “avanzato stato di senescenza” quando supera il 21%, il Giappone è decisamente un paese di vecchi. Con l’aggravante del calo delle nascite che si unisce all’alta longevità e anche all’elevato rischio di spopolamento. L’allarme non è ingiustificato se, sempre secondo gli Affari interni, nel 2017, ben 40 delle 47 prefetture dell’arcipelago hanno segnato un declino dei residenti.

E allora non resta che correre i rimedi. Qualcuno pare proprio averlo fatto, stando a una notizia battuta nei giorni scorsi dall’Ansa: il comune di Otari, un piccolo villaggio sulle pendici del Nagano, famoso per il turismo invernale e per l’eccellente qualità del riso che vi è coltivato, ma da tempo in difficoltà per il tasso di spopolamento, ha creato un calendario con le foto dei giovani uomini residenti nel paese alla ricerca di moglie. «Il calendario Otari Itoko Goyomi (calendario degli uomini di Otari), mostra dodici foto – scrive l’Ansa – di uomini tra i 20 e i 30 anni, su un campione di circa 3.000 residenti, con scatti artistici per meglio evidenziare le bellezze del paesaggio».

Non resta allora che aspettare l’arrivo delle mogli (e soprattutto dei figli), considerando che dal 1980 a oggi la popolazione di Otari è calata di 2.000 persone e, secondo le proiezioni, il numero scenderà a 1.600 nel 2040.

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