LA DATA

17 maggio 1954

A metà degli anni Cinquanta, strutturata sul principio separate but equal, tutta la vita della popolazione americana era ancora su un doppio binario, da un lato i white, dall’altro i coloured. Il 17 maggio 1954 però viene pubblicata una storica sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti: si tratta della Brown versus Board of Education of Topeka, tassello fondamentale della lotta per i diritti civili degli afroamericani, che dichiarò incostituzionale la segregazione nella scuola pubblica. Secondo la legge del Kansas tutte le città sopra i quindicimila abitanti potevano creare scuole separate; Linda Brown, una bambina nera di Topeka, avrebbe voluto andare a scuola vicino a casa, ma era una scuola per bianchi, e la sua iscrizione fu rifiutata. Da qui nasce una class action, un’azione collettiva, che riunisce altri ricorsi presentati in altri stati per analoghi motivi e che fu sostenuta e organizzata dall’NAACP (National association for the advancement of coloured people), all’epoca la principale organizzazione per la difesa dei diritti civili degli afroamericani. Rimase fuori dal ricorso Brown quello del distretto di Whashington Bolling v. Sharp, che seguiva un iter differente, doveva essere discusso di fronte alla corte federale. In entrambi i ricorsi, la segregazione nelle scuole venne dichiarata incostituzionale.

Per tutta risposta, nel 1956 il senatore Harry F. Byrd dichiarò la politica della Massive resistance alle politiche desegregazioniste, e diciannove senatori e ottantuno deputati firmarono il Southern Manifesto, un documento contro le politiche desegregazioniste nella scuola pubblica: tra i firmatari, le intere delegazioni parlamentari di Alabama, Arkansas, Georgia, Louisiana, Mississippi, Carolina del Sud e Virginia.

Certo non poteva bastare una sentenza a cambiare lo stato delle cose, specialmente negli stati del sud, ma la consapevolezza della popolazione afroamericana divenne molto più forte, e sempre più frequente la rivolta. Molti altri passi saranno compiuti fuori dai tribunali, gesti come prendere un autobus e sedersi senza cedere il posto a un bianco, come fece Rosa Parks nel 1955, che fu arrestata per aver violato l’ordinanza sulla segregazione: separati ma uguali, perciò non nei posti riservati ai white, ma sempre e solo dove è permesso ai coloured. Fu un gesto coraggioso il suo, in un posto come Montgomery, Alabama; in risposta al suo arresto un ancora sconosciuto Martin Luther King organizzò un boicottaggio delle autolinee cittadine, una forma di protesta pacifica, sulla scorta degli insegnamenti di Gandhi: per 381 giorni nessun afroamericano salì sugli autobus, arrangiandosi come poteva per andare a lavorare. Le reazioni furono durissime, con arresti e violenze di ogni tipo; anche Martin Luther King fu arrestato, e la sua casa fu fatta saltare in aria: ma il 4 giugno 1956 la Corte dell’Alabama sancì l’incostituzionalità della segregazione razziale sugli autobus.

Cronologia della segregazione razziale negli Stati Uniti d’America