IL NUMERO

170.000.000

In una vecchia barzelletta in uso tra ragazzini, si sosteneva, e forse si sostiene ancora, che quattro elefanti possono sedersi in una FIAT 500: due davanti e due dietro, anzi “di dietro” nella versione che ricordo mi fu raccontata da un coetaneo poco “grammaticato”.

In una recentissima ricerca di luminosi scienziati e ricercatori, in attesa di pubblicazione sulla rivista “Physical Review Letters”, come riporta l’Ansa, senza (a dire il vero) pronunciarsi sulla questione di cui sopra, ci si spinge ben oltre. Si afferma, infatti, che 170.000.000, dico 170.000.000 di elefanti peserebbero quanto un cucchiaino di un nuovo materiale appena scoperto all’interno delle stelle di neutroni; che, anche se non le vediamo, parafrasando una pubblicità coeva della succitata barzelletta, sono davvero milioni di milioni e di una particolare qualità: densissime e piccolissime, quanto da un capo all’altro di una grande città.

Un’affermazione del tutto teorica, a dire il vero. Gli elefanti infatti ormai sono sempre meno e ben sotto i 300.000 esemplari, purtroppo, secondo la il “National Geographic Italia“. Ma non è solo questo il motivo. La ricerca è frutto di calcoli e simulazioni al computer, ma nessuno ha mai visto nemmeno un pesantissimo granellino di questa materia. Sarebbe 10.000.000.000 miliardi di volte più tenace dell’acciaio, data la compressione cui è sottoposta nei densissimi astri di neutroni.

Mi riesce difficile poterne immaginare l’uso nel nostro mondo. Si potrebbero realizzare fili sottili come ragnatele su cui far dondolare fino a dieci elefanti, come recita la canzoncina. O forse miniaturizzare i pesi per il body-building rendendo possibile a ciascuno di allestire finalmente in casa la propria palestra. «Tesoro? Hai mica visto il bilancere?» «Sì, è nel cassetto di cemento armato!».

La cosa che però mi sorprende davvero è la densità. La nostra al cospetto di quella. Sembreremmo eterei come spiriti e fantasmi. Oddio! Ma allora esistono …

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