IL NUMERO

1738

Nel 1738, venne realizzato per la prima volta un robot funzionante. Jacques de Vaucanson, artista francese nato all’inizio del Settecento e inventore del telaio automatico, costruì un androide in grado di suonare il flauto, dotato di labbra mobili e lingua meccanica per insufflare aria.

Le dita dell’automa erano rivestite in pelle e fornite di grande mobilità per scorrere sull’asta dello strumento, chiudendo i vari orifizi per riprodurre la melodia. Il geniale scienziato non si accontentò di quest’invenzione, cimentandosi anche nell’arduo progetto dell’Anatra Digeritrice, un marchingegno a forma di volatile che doveva essere in grado di riprodurre il normale processo digestivo di un essere vivente.

Tre secoli prima dell’avvento di questi mirabili progetti, una mente brillante stava già covando la volontà di riprodurre un manichino dotato di capacità motorie: Leonardo Da Vinci aveva, infatti, riempito numerosi fogli di appunti con disegni indicanti la procedura per realizzare un robot dalle sembianze umane, probabilmente ideato per alzarsi in posizione eretta e effettuare alcuni movimenti con gli arti e il capo