DAILY LA DATA

18 febbraio 1949
Pound vince il Premio Bollingen

In un giorno come oggi uno dei più grandi e discussi poeti americani del Novecento, Ezra Weston Loomis Pound, riceverà dall’Università di Yale il Premio Bollingen di poesia. Il fatto – che in sé non sarebbe di grande rilevanza storica – produsse però un mare di polemiche sia in America che in Europa che in Italia. Pound infatti (oggi seppellito nel settore evangelico del cimitero monumentale di San Michele – dove sono sepolti anche Djagilev e Stravinsky – accanto all’amica e madre di una sua figlia Olga Rudge che gli sopravvissse 24 anni) oltre ad essere un gigante della cultura Occidentale del Novecento è stato anche un fascista a tutto tondo. Un fascista convinto. Un fascista che, uscito vivo del conflitto mondiale, fu incarcerato per dodici anni negli Usa.

Iniziò diventando, agli inizi del secolo scorso, uno dei protagonisti del modernismo europeo.  Insieme a un altro gigante, Thomas Stearns Eliot, costituì un corrente poetica che privilegiava l’abbinamento tra la musicalità del verso con lo stato d’animo e questo in contrasto con la letteratura di allora ancora fortemente vittoriana. Provò sempre ammirazione per gente come Mussolini, Hitler e per Oswald Mosley (meno famoso dei primi due ma fondatore del movimento fascista inglese) per trasferirsi, nel ’24, in Italia fino alla caduta del Fascismo.

Catturato nel ’45 dai partigiani fu consegnato alle forze armate americane e da questi imprigionato e processato per tradimento. Dichiarato incapace con una discutibile diagnosi psichiatrica, fu detenuto dodici anni in un manicomio giudiziario fino a quando, liberato, tornò in Italia dove trascorse il resto della sua vita. Al di là di queste tristi vicende politiche (non fu il solo grande scrittore che subì il fascino del fascismo o del nazismo; si pensi ad esempio a Celine) è stato indiscutibilmente una grande voce della letteratura occidentale e i Cantos, probabilmente, sono la sua opera migliore. Ernest Hemingway (che non era certo un simpatizzante fascista ma gli fu amico durante gli anni Venti, raccontando di quel loro lontano sodalizio parigino – «Io gli insegnai a tirare di boxe, lui mi insegnò cosa si doveva o non si doveva scrivere» – aggiunse a commento della sua opera letteraria che «il meglio della scrittura di Pound si trovava nei Cantos e sarebbe durato finché durava la letteratura».

In Canti pisani, che ottennero il Premio Bollingen per la poesia provocò – si diceva – molte polemiche. Della giuria facevano parte l’amico Eliot, e W.H. Auden che in questo modo pensavano di attirare l’attenzione sulla pietosa situazione di carcerato. Ma non produsse grandi effetti. Solo nel ’57 un gruppo di amici scrittori e poeti, fra i quali Hemingway e il giovane editore Vanni Scheiwiller si diedero da fare per trovare una soluzione alla sua detenzione. Alla fine ci riuscirono e nel ’58 Pound poté tornare in Italia. Solo con il passare degli anni iniziò ad elaborare un qualche ripensamento. Ad Allen Ginsberg poeta della Beat Generation confesserà infatti che l’antisemitismo fu «uno stupido e suburbano pregiudizio».