DAILY LA DATA

18 ottobre 1954
Esce la prima radio a transistor

Prima del walkman, dell'Ipod e di altri strumenti portatili, per ascoltare musica, negli anni Sessanta, c'era la radio a transistor, lanciata sul mercato dalla Texas Instruments il 18 ottobre 1954

Il 18 ottobre 1954, negli Stati Uniti, la Texas Instruments mise in commercio Regency TR-1, la prima radio a transistor, la progenitrice del Walkman di Sony e dell’iPod di Apple. Lo strumento pesava 3,5 etti e costava circa 50 dollari, un pezzo abbastanza alto per l’epoca, paragonabile a quello dei vari iPhone di oggi, ma accessibile per molte famiglie americane

La radio a transistor era una grande innovazione e piano piano altre aziende, oltre la Texas, cominciarono a produrla. Anche se, non avendo la tecnologia originale, i modelli delle marche concorrenti avevano peso e dimensioni maggiori.

Negli Stati Uniti, tuttavia, all’inizio la novità fu presa “sotto gamba”, poiché quel piccolo oggetto non sembrava una radio seria e veniva considerato poco più di un giocattolo. A raccogliere la sfida furono perciò i giapponesi della Sony, che si lanciarono nel campo del transistor anche per altri prodotti come registratori e riproduttori musicali. La “radiolina” col tempo sempre meno costosa e piccola, addirittura tascabile, ebbe un impatto fortissimo sui comportamenti sociali. Nelle case dove per decenni c’era sempre stata una sola radio, attorno alla quale si riuniva la famiglia per ascoltare i programmi, cominciarono ad essercene due, tre o anche di più e ciascuno poteva ascoltare la propria musica o il talk show preferito.

I ragazzi in particolare impazzivano per la radio a transistor, che potevano portare e ascoltare a ovunque. In più, in piena Guerra fredda e con la psicosi del nucleare, avere sempre le “notizie in tasca” era considerato un grandissimo vantaggio per tutti.

E proprio a causa della paura del nucleare, tutte le radio di quell’epoca, dal 1953 al 1963, dovevano riportare ben indicate, con due triangoli, le frequenze di 640 e 1240 kHz. In caso di attacco missilistico sovietico, inoltre, tutte le trasmittenti radio e televisive avrebbero dovuto essere spente, per non dare alcun aiuto ai sovietici, che avrebbero potuto usare le loro emissioni elettromagnetiche per orientarsi verso gli obiettivi. Si sarebbero invece attivati una serie di trasmettitori che sulle due frequenze d’emergenza avrebbero inviato messaggi speciali, accendendosi e spegnendosi alternativamente.

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