195 è la percentuale di aumento degli IPA – idrocarburi policiclici aromatici (cancerogeni e genotossici) – registrato tra gennaio e febbraio 2019 nella cokeria all’interno dello stabilimento Ilva di Taranto. Il numero arriva dalle valutazioni dell’Associazione Peacelink effettuata con un programma verificabile e sulla base dei dati ufficiali dell’Arpa Puglia, pubblicati sul sito, secondo il quali c’è anche un aumento del PM10 del 18% e del PM 2,5 del 23%. Questo a fronte alle dichiarazioni del Governo lo scorso settembre, secondo le quali gli agenti inquinanti nella cokeria sarebbero scesi del 20%. E aumenti significativi sono emersi anche nei quartieri della città in cui sono posizionate le centraline Arpa per il rilevamento della qualità dell’aria.
Di fatto, quindi la nuova Ilva inquinerebbe più della precedente. Va, quindi, indietro a passo di gambero la madre di tutte le battaglie ambientali, scrive Antonio Battaglia in un bell’articolo sulla rivista “Micromega“, «pietra miliare con la quale si sono misurati numerosi governi senza riuscire però mai a portare a conclusione non solo un’opera di rinnovamento dello stabilimento (ne avevano promesse varie) ma neanche a porre in essere le misure minime di protezione sanitaria. Si era addirittura arrivati a parlare di riconversione e di altre magie, ma, appunto, erano campagne elettorali.
