IL NUMERO

2.800

Sono 2.800 file segreti relativi all’assassino di John Kennedy, che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di rendere pubblici. Trecento, invece, resteranno segreti per altri sei mesi, su richiesta di Cia e di Fbi.

È comunque un momento epocale, perché i documenti sull’attentato del secolo che ha contribuito a consegnare il presidente americano più amato di tutti i tempi alla storia, hanno dormito nei National Archives per 55 anni, disponibili solo a pochi soggetti autorizzati a visionarli, ma non al grande pubblico.

In realtà dalla pubblicazione dei file non uscirà certamente una nuova verità, ma sicuramente alcuni aspetti non noti saranno a disposizione dei giornalisti e di quanti ancora sono interessati a capire di più e meglio dei tragici fatti di Dallas del 22 novembre del 1963.

In realtà la desecretazione dei file su Kennedy, annunciata da Trump con così tanta enfasi altro non è che l’applicazione di una legge del 1992,  il Jfk Assassination Records Collection Act, mentre la richiesta di lasciare segreti per  sei mesi altri documenti alimenta la tesi del complotto fino al punto che – lo scrive “Il Fatto quotidiano” – «Roger Stone, collaboratore e amico personale di Trump, oltre che convinto cospirazionista (ha scritto della possibilità che Lyndon B. Johnson fosse coinvolto nel complotto per uccidere il presidente) ha chiesto che Trump riveda personalmente tutti i documenti ancora segreti, per evitare che le agenzie del governo federale “sguazzino in atti di  insubordinazione criminale”».

Tra le pagine che saranno rese pubbliche e il cui contenuto non è mai trapelato nel corso delle indagini,  desta un certo interesse un rapporto sul direttore dell’Fbi, J. Edgar Hoover, dopo l’assassinio di Lee Oswald che accolse la notizia con rabbia e frustrazione, in previsione delle teorie complottistiche che si sarebbero scatenate. A Hoover è attribuita la dichiarazione: «La cosa di cui sono preoccupato è che dovremmo rendere pubblica qualcosa che possa convincere il pubblico che Oswald è il vero assassino».

Seguono altre rivelazioni sulle minacce ricevute da Kennedy e dal suo vice Johnson prima di Dallas, sul fatto che il governo americano operò per uccidere Fidel Castro, sui rapporti con Mosca, sui timori dello scoppio di una guerra.