LA DATA

20 gennaio 2017

20 gennaio del 2017, il magnate immobiliare e piazzista dell’immaginario, Donald Trump, s’insedia alla Casa Bianca dopo aver vinto, in un atmosfera a metà fra Woody Allen e Ai confini della realtà, le elezioni statunitensi. Molti sono sconcertati, altri si chiedono se davvero non sia in atto una cospirazione, mentre Donald Trump proclama, nel suo discorso d’inaugurazione, che gli americani sono tutti uguali sotto il colore della pelle e che il futuro della razza umana ci attende fra le stelle.

Ancora il mondo non è finito e Trump è ancora presidente: si preannuncia forse un’altra recessione economica, ma bisogna ancora vedere come reagiranno le diverse economie mondiali.

Molte persone sono ancora convinte che senza Trump, si sarebbe arrivati davvero ad una nuova guerra mondiale, dopo un’escalation in Ucraina o magari in Siria, ed è curioso osservare come a questo nuovo presidente repubblicano “isolazionista” si contrapponga un Partito democratico che sembra fare esplicitamente sue le ricette neocon della ditta Bush e figli.

Trump non ascolterà i falchi, ma di sicuro parla con i corvi e con le colombe della CIA e degli altri gruppi; la sua politica è pacifica, ma lui e i suoi sanno benissimo che la partita vera del futuro si gioca fra America e Asia, che a nessuno gliene frega più nulla del Medio Oriente e dei suoi potentati se esso perde l’esclusiva del greggio. L’America vorrebbe attrarre a sé una Russia destinata a divenire più debole per non farla cadere sotto l’influenza della Cina…e le nazioni europee, come si evolverà la loro condizione in questo gioco?