LA DATA

20 maggio 1970

Per vedere attuate le disposizioni in materia di lavoro sancite dalla Costituzione, l’Italia ha dovuto attendere fino al 20 maggio del 1970, quando è entrato in vigore lo Statuto dei lavoratori. Si tratta di un insieme di norme, come recita la legge, «sulla tutela e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento» e porta con sé alcuni cambiamenti sostanziali, ottenuti al prezzo di durissime lotte dei lavoratori e dei sindacati. A partire da questa data, al lavoratore fu garantita la libertà di opinione, non avrebbe più rischiato il posto di lavoro a causa delle proprie idee politiche o religiose, né poteva essere più messo sotto controllo occulto dal datore di lavoro o licenziato senza una giusta causa, come stabilito da quell’articolo 18 terreno di scontro politico da oltre vent’anni e infine congelato a colpi di decreti legge, un passo dietro l’altro.

L’idea di uno statuto dei lavoratori fedele alla Costituzione era già stata proposta da Giuseppe di Vittorio, fondatore e segretario generale della Cgil, al Congresso di Napoli del 1952; iniziò a concretizzarsi quando il ministro del Lavoro Giacomo Brodolini, socialista, formò una Commissione di esperti, sotto la guida di Gino Giugni, che iniziasse a rendere operativo quanto previsto dalla Costituzione e rimasto a lungo ignorato.

La lunga gestazione ideale non fu affatto indolore: in quegli anni era ministro dell’Interno Mario Scelba, e gli scioperi e le proteste dei lavoratori furono sistematicamente represse con violenza dalle forze dell’ordine, con morti e feriti, come nella strage di Modena del 1950. Gli operai iscritti al sindacato o che facevano politica all’interno delle fabbriche negli anni Cinquanta e Sessanta rischiavano il posto di lavoro e venivano spesso anche schedati: la difesa dei propri diritti veniva  punita con il licenziamento. Quando però lo scontro sociale diventò, a fine anni Sessanta, ancora più forte, e il movimento studentesco affiancò le lotte operaie, fu necessario metter mano alla materia e riconoscere i diritti dei lavoratori.