LA DATA

20 marzo 2003

È il 20 marzo del 2003 quando inizia un conflitto bellico destinato a entrare nella storia: la Seconda guerra del golfo (la Prima aveva avuto luogo all’inizio degli anni Novanta). Da un lato gli Stati Uniti, a capo di una coalizione multinazionale, e dall’altra l’Iraq, al tempo guidato da Saddam Hussein. La deposizione di Saddam era, almeno secondo quanto dichiarato dagli invasori, l’obiettivo principale, dal momento che c’era il sospetto che il dittatore iracheno stesse cercando di dotarsi di armi di distruzione di massa, oltre a cercare di appropriarsi delle ricchezze petrolifere. Inoltre, era accusato di vessare il popolo iracheno sotto il peso di una dittatura sanguinaria.

L’opinione pubblica reagì opponendosi con forza all’invasione dell’Iraq, nutrendo il timore che la guerra non portasse altro che a un numero elevato di morti e alla devastazione dell’intero Paese. I sospetti non si rivelarono del tutto infondati dato che si rivelò falsa l’accusa rivolta a Saddam Hussein di volersi dotare di armi di distruzione di massa, rendendo così sempre più chiaro che, probabilmente, il vero obiettivo era il petrolio: le risorse degli Stati Uniti d’America erano sempre più scarse, mentre l’Iraq ne era dotato in abbondanza. Il fatto che Saddam fosse un dittatore che stava piegando il popolo iracheno era poi il pretesto perfetto, per rendere una guerra di potere una sorta di missione umanitaria.

Saddam Hussein è morto nel 2006, giustiziato in seguito a una sentenza di condanna a morte pronunciata da un tribunale speciale iracheno. E anche questo episodio ha lasciato non poche ombre, accompagnato da una scia di polemiche in tutto il mondo. La Seconda guerra del golfo è continuata a fasi alterne fino al 2011, anche dopo che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno ritirato le truppe dal territorio iracheno.