LA DATA

21 marzo 1933

Simbolicamente, l’Orrore ebbe inizio quel giorno. Il 21 marzo 1933 viene completato a Dachau il primo campo di concentramento nazista, su direttiva di Heinrich Himmler. Divenne, nel suo abominio, un modello: tutti i campi di concentramento, di lavoro forzato, di sterminio furono costruiti (e migliorati) a sua immagine e somiglianza. Una scuola di omicidio e annientamento che i nazisti esportarono in tutti gli altri lager. “Lo spirito di Dachau” era sinonimo di terrore senza pietà. Nel campo transitarono circa 200.000 persone e, secondo i dati del Museo di Dachau, 41.500 vi persero la vita.

I deportati in arrivo dovevano percorrere una larga strada curata, la Lagerstrasse, al termine della quale era situato il cosiddetto Jourhaus, la “porta dell’inferno”, il simmetrico edificio del comando di campo con una posticcia torretta di guardia sul tetto. Lo Jourhaus era attraversato nel mezzo da un grande arco d’ingresso al campo, completamente chiuso, a sua volta, da un esteso cancello in ferro battuto a due ante; al centro di esso un altro cancello più piccolo che recava la raccapricciante e famosa scritta: Arbeit macht frei (il lavoro rende liberi)

Il campo di Dachau, insieme a quello di Auschwitz, è divenuto nell’immaginario collettivo il simbolo dei lager nazisti. Fu liberato dagli americani il 29 aprile 1945. A Dachau e nei campi satelliti c’erano ancora 67.000 prigionieri.