LA DATA

21 ottobre 1998

«D’Alema, dì una cosa di sinistra! Dì una cosa anche non di sinistra, di civiltà! D’Alema, dì una cosa, dì qualcosa, reagisci»: così si sfoga Nanni Moretti in Aprile, mentre guarda in televisione un D’Alema stranamente silente di fronte a un Berlusconi appena entrato nella politica italiana.

Lo stesso Massimo D’Alema diventerà, due anni dopo quel film, presidente del Consiglio nel Governo D’Alema I, cinquantaquattresimo Esecutivo della Repubblica Italiana. Il governo, insediatosi il 21 ottobre 1998, rimase in carica fino al 22 dicembre 1999. La composizione del governo prevedeva 25 ministri, 56 sottosegretari e un viceministro, per un totale di 83 componenti compreso Massimo D’Alema.

L’ordinamento italiano prevede che un governo prima di assumere le funzioni debba ottenere la fiducia dei due rami del Parlamento. Il governo D’Alema I ottenne la fiducia alla Camera dei deputati il 23 ottobre 1998 con 333 voti favorevoli e 281 contrari e al Senato della Repubblica il 27 ottobre 1998 con 188 voti favorevoli, 116 contrari e 1 astenuto.

Il governo, dopo poco più di un anno, dette le dimissioni, il 18 dicembre 1999, in modo da agevolare un rimpasto di governo che riflettesse i nuovi equilibri della maggioranza a seguito dell’uscita nel luglio del 1999 dei Cristiani Democratici Uniti di Rocco Buttiglione prima, e dell’Unione Democratica per la Repubblica di Francesco Cossiga poi. Inoltre, nel mese di dicembre i Socialisti Democratici Italiani avevano chiesto di cambiare Presidente del Consiglio.