LA DATA

22 gennaio 1983

In un giorno come oggi, più di 35 anni fa, Björn Rune Borg lasciò definitivamente il tennis. Era il 22 gennaio del 1983. Svedese, tra il 1974 e il 1981 vinse 11 titoli del Grande Slam di cui sei al Roland Garros e cinque consecutivi a Wimbledon e fu Numero Uno nella famosa classifica APT dal 23 agosto 1977 al 2 agosto 1981.

Rispetto ad allora altri campioni si sono succeduti e due di loro lo hanno addirittura superato in termini di record – Federer ad esempio lo ha eguagliato nelle vittorie a Wimbledon e battuto nel grande Slam con 20 successi, mentre Nadal ha più tornei vinti a Roland Garros – ma Borg è da considerarsi tra i più grandi tennisti di tutti i tempi perché ha contribuito a cambiare per sempre questo sport.

Vero che ha ancora dei meriti sportivi ineguagliati: ad esempio la fantastica percentuale del 90% delle vittorie nei singoli match disputati in quei tornei e la vittoria per tre anni consecutivi degli Internazionali di Parigi e Wimbledon contemporaneamente…ma è un fatto che chi l’ha visto adolescente arrivare sconosciuto e magrolino – eppure già dotato di un potentissimo diritto ed un altrettanto devastante rovescio, una zazzera bionda fatta apposta per sottolineare ogni suo colpo e la caratteristica atletica di non andare mai a rete ma distruggere l’avversario solo con la sua potenza dal fondo – non può dimenticare di aver assistito alla definitiva messa in soffitta del gioco elegante, dello stile english, della tattica raffinata che porta alla volée, al drop, alla semi volée o allo smash.

Ci furono molte polemiche su Borg e sul suo gioco. Molti storsero il naso per questo stile poco ortodosso. Ma è un fatto che dopo Borg il tennis sia cambiato. Come è un fatto che non sia mai più tornato come prima. Quel famoso 22 gennaio dunque il ragazzo abbandonò l’attività agonistica a soli 26 anni. Lo fece ricco come un creso, primo nella storia a guadagnare più di un milione di dollari, ma distrutto fisicamente. Il suo più grande avversario fu sicuramente John McEnroe. Quando Borg gli cedette lo scettro di numero 1 nel mondo – provocando nel giro di appena due anni la sua decisione di abbandonare – se lo ritrovò a sorpresa in forma di amico… un amico che fece di tutto per convincerlo a non lasciare il tenni. Implicito riconoscimento, quindi, alla sua grandezza.

Investì il denaro guadagnato in alcune attività imprenditoriali, tra cui una linea di abbigliamento che dopo un iniziale successo fallì. Si ritrovò dunque esposto verso i creditori per oltre un milione e mezzo di dollari. Per far fronte ai debiti mise all’asta alcuni trofei. Tra le chiamate ricevute quelle di McEnroe e di Andre Agassi – altro grandissimo tennista – il quale si offrì di comprarglieli per raccoglierli in un museo. Ma poi Borg ci ripensò.

Nato a Stoccolma e cresciuto a Södertälje, una piccola città nei pressi della capitale svedese, nel 1980 si sposò con la tennista rumena Mariana Simionescu, ma dopo tre anni divorziò. Ebbe poi un figlio da una relazione con la modella svedese Jannike Björling e nell’estate successiva, a Ibiza incontrò la cantante italiana Loredana Bertè, conosciuta in quanto allora fidanzata di Adriano Panatta. Nell’89 Borg tentò il suicidio e fu proprio la Bertè a salvarlo. Pochi mesi dopo i due si sposarono. Un matrimonio particolarmente bersagliato dalla stampa scandalistica che culminò in un tentativo di suicidio da parte della cantante. I due si separarono l’anno dopo. Nel 2002 si
risposò per la terza volta con Patricia Östfeldt, con la quale vive tuttora.