LA DATA

22 novembre 1928

Il 22 novembre del 1928 debutta all’Opéra di Parigi il balletto Bolero del compositore francese Maurice Ravel. Celebre in tutto il mondo anche come brano da concerto, fu commissionato a Ravel dalla ballerina russa Ida Rubinštejn che desiderava portare in scena una danza di ambientazione spagnola. Il compositore scelse un bolero, appunto, attratto dall’ossessività del ritmo e dalla semplicità della melodia di questo ballo, nato nel Settecento e che aveva avuto un grande successo in Europa, suscitando l’interesse di grandi musicisti come Chopin, Beethoven,Verdi. Come avrebbe detto lo stesso Ravel, anni dopo, «è una danza di movimento molto moderato e costantemente uniforme, tanto per la melodia e l’armonia che per il ritmo. Il solo elemento di diversificazione è costituito dal crescendo dell’orchestra».

Il debutto, con l’orchestra diretta da Walter Straram, le coreografie di Bronislava Nijinska, sorella del grande ballerino Valslav, le scene e i costumi di Alexandre Benois, ebbe un successo strepitoso. La forza dirompente e provocatoria dei ritmi ripetuti e martellanti, la magistrale interpretazione della Rubinštejn e dal corpo di ballo, regalarono al pubblico uno spettacolo nuovo e, per quei tempi, scandaloso. Ambientato in una taverna andalusa, il Bolero, infatti, porta in scena la danza seducente e allusiva di una gitana, che ballando su un tavolo, in un crescendo sempre più sensuale e violento, viene circondata da uomini che le si avvicinano gradualmente in una sorta di ballo rituale carico di sensualità ed erotismo.

Sulla serata del debutto circolano aneddoti curiosi, tra cui uno in particolare che Ravel amava citare. Pare che al momento del finale una spettatrice abbia cominciato ad urlare e a dare del pazzo al compositore, il quale, anni dopo, avrebbe affermato che la donna aveva capito perfettamente il messaggio della sua musica.

Dalla prima dell’Opéra, un numero imprecisato di coreografi e ballerini si sono cimentati con la partitura di Ravel, interpretandola ciascuno a suo modo.

Una delle coreografie più famose e rappresentate è quella proposta da Maurice Béjart all’inizio degli anni Sessanta. Della versione del 1928 lasciò solo il tavolo, spogliando completamente la scenografia e togliendo ogni riferimento al folklore gitano. Anche la coreografia era essenziale, completamente concentrata sulla sensualità della musica e dei movimenti di danza. La prima interprete della versione di Béjart è stata la ballerina Dufka Sifnios, ma negli anni successivi molte étoile, da Luciana Savignano a Maya Plisetkaya a Sylvie Guillem hanno interpretato la “danza spagnola” secondo Béjart, che propose anche una versione in cui il protagonista è un uomo. Celebre l’esecuzione del ballerino Jorge Donn. Il danzatore argentino, peraltro, è lo splendido interprete del bolero sotto la Torre Eiffel che apre e chiude il film di Claude Lelouch, Bolero- Les une et les autres, uscito nel 1981.

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