IL NUMERO

23.000

È il più bel numero tra i tanti proposti dall’ultima Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana che periodicamente l’Istat fornisce. Si perché 23.000 si riferisce al numero di persone che in giugno hanno trovato un posto di lavoro e, quindi, hanno trovato un modo per vivere e farlo con maggior dignità.

È un numero positivo anche perché fa registrare una variazione del +0,3% rispetto al trimestre precedente (+64 mila unità), mentre l’aumento degli occupati rispetto a maggio è dello 0,1%.

Entrando nel dettaglio si registra nel secondo trimestre un aumento degli occupati dipendenti (+0,9%), sia permanenti (0,3%, +42 mila) sia, in misura maggiore, a termine (+4,3%, +109 mila), mentre è proseguita la consistente riduzione degli occupati indipendenti ( -1,6%, – 87 mila unità).

Riprese dall’articolo di Andrea Gagliardi del “Sole 24 Ore” intitolato, come su quasi tutti i giornali italiani, Istat: in Italia si consolida la crescita economica, queste cifre danno un po’ più di ottimismo e verranno sicuramente lette come merito delle politiche economiche intraprese dal governo.

Si consoliderebbe dunque, dice l’Istat, «la crescita economica con segnali positivi diffusi a livello settoriale e sul mercato del lavoro». Crescerebbe dunque, seppur in misura limitata, la fiducia dei consumatori e, in parte, quella delle imprese, al punto tale che i più importanti centri di ricerca e istituzioni internazionali e nazionali (Centro studi Confindustria, Upb, Fmi) ipotizzano una crescita del Pil nel 2017 dell’1,3%, due decimali in più rispetto alla stima presentata in aprile dal governo con il Documento di programmazione economica e finanziaria, il Def. «Bankitalia – prosegue l’articolo – ha rialzato le stime del Pil quest’anno fino al +1,4%».

Per rimanere al tema lavoro, l’aumento degli occupati ha riguardato prevalentemente le donne (+0,4%) e, in misura più contenuta gli uomini (+0,2%).

La Nota dell’Istat fornisce inoltre dati riguardo il mercato immobiliare «caratterizzato da una vivacità negli scambi» senza «movimenti al rialzo dei prezzi delle abitazioni che, nel primo trimestre 2017, sono rimasti sui livelli del trimestre precedente»; la produzione industriale (+2,8 su base annua); l’inflazione, giudicata stabile non delineandosi «per i prossimi mesi una chiara tendenza al rialzo» dei prezzi; i salari, la cui dinamica «rimane improntata alla moderazione».