DAILY LA DATA

23 febbraio 1958
Fangio rapito dai castristi

Solo Michael Schumacher nel 2003 gli tolse il record, inviolato per 48 anni, di 5 titoli mondiali di Formula 1. Figlio di emigranti abruzzesi in Argentina, Juan Manuel Fangio, nato a Balcarce il  24 giugno 1911, è indiscutibilmente stato uno dei più straordinari piloti automobilistici di tutti i tempi: campione del mondo di F1 nel 1951 e poi consecutivamente dal 1954 al 1957, vinse 24 dei 52 Gran Premi disputati e salì sul podio altre 6 volte, per un totale di 35. Vinse la Carrera Panamericana nel 1954, il Nürburgring nel 1955, la 12 Ore di Sebring nel 1956 e nel 1957 e collezionò numerosi piazzamenti alla Mille Miglia. El Chueco, così veniva soprannominato, pensava di essere lui stesso, come una biella o un pistone, parte dell’auto. Proprio la profonda conoscenza della meccanica, appresa quando da ragazzino riparava auto, unita ad uno stile di guida preciso e spettacolare, hanno fatto di lui una leggenda al fianco di Ascari, Nuvolari, Jim Clark, Ayrton Senna.

Il 23 febbraio del 1958, poco prima di dare l’addio alle corse avendo ottenuto l’esclusiva dell’importazione e della distribuzione dei prodotti Piaggio in Argentina, Fangio venne sequestrato dai barbudos di Fidel Castro all’Hotel Lincoln de l’Avana dove alloggiava per partecipare al Gran Premio di Cuba. Venne liberato dopo poche ore, al termine del GP. I rivoluzionari, tra cui Arnol Rodríguez e Faustino Pérez, divenuti poi ministri nel governo castrista, ottenuta la risonanza mondiale di quell’azione dimostrativa, gli porsero le proprie scuse e gli chiesero l’autografo. Lo fece, ed anzi ringraziò i ribelli per avergli impedito di partecipare ad una gara che venne sospesa a causa di un gravissimo incidente che vide coinvolte 5 monoposto e causò 6 morti e 26 feriti.

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