Il 23 ottobre 1940, a Três Corações, un comune dello Stato del Minas Gerais, in Brasile, nasce Edson Arantes do Nascimento, passato alla storia dello sport con il nome di Pelé, il più grande calciatore di tutti i tempi.
Iconico, fantasioso, generoso, spettacolare, durante i suoi 22 anni di carriera, ha dominato il gioco mondiale fino al punto di essere considerato universalmente come il Re del Calcio, soprannominato anche Perla nera. Leggendaria figura sportiva, viene ancora oggi reputato dai tifosi, dai critici e dai calciatori come il miglior giocatore di tutti i tempi. Con il suo stile impeccabile, la potenza, l’abnegazione, il gioco elettrizzante, le prestazioni impressionanti e un eccezionale talento naturale, ha segnato 1281 goal in 1363 partite, poco meno di uno in ogni match giocato.
Per la FIFA, per il Comitato Olimpico Internazionale e per l’International Federation of Football History & Statistics è il calciatore del secolo; è Pallone d’oro FIFA del secolo, votato dai precedenti vincitori dell’ambito premio, insignito infine, unico calciatore al mondo, del Pallone d’oro FIFA onorario. Ha vinto tre edizioni del campionato mondiale di calcio (record tuttora imbattuto) con la Nazionale brasiliana nel 1958, 1962 e 1970. La rete alla Svezia nella finale del 1958 è considerato il terzo più grande goal nella storia della Campionato del mondo e primo tra quelli realizzati in una finale di un coppa del mondo. Fa parte della National Soccer Hall of Fame, il “Time” lo ha inserito nel Time 100 Heroes & Icons del XX secolo, è stato dichiarato “Tesoro nazionale” dal presidente del Brasile Jânio Quadros e, nel luglio 2011, “Patrimonio storico-sportivo dell’umanità”.
L’altro Pelè, fuori dal campo, svestiti i panni dello spettacolare genio del calcio, è quello della solidarietà, dell’impegno per i poveri e per le sorti del pianeta. Nel 1992 è stato scelto come ambasciatore delle Nazioni Unite per l’ecologia e per l’ambiente, mentre nel 1995 come Goodwill Ambassador dell’UNESCO. Nel 2012, gli è stata conferita la laurea honoris causa dall’Università di Edimburgo per il contributo alle cause umanitarie e ambientali, così come per i suoi successi sportivi.