DAILY LA DATA

24 gennaio 1989
Viene giustiziato Ted Bundy

Il mese di gennaio pare risultare funesto per i serial killer, ad ogni latitudine. Solo tre giorni fa, su questa rubrica è stata ricordata la ricorrenza della morte di “Hippopotamus”, feroce omicida russo, ed ora eccoci di nuovo a parlare della fine di un altro famoso serial killer, stavolta statunitense, a riprova, semmai ce ne fosse bisogno, che il male non conosce confini.

Theodore Robert Bundy, meglio noto come Ted Bundy, era nato nel 1946 a Burlinton. L’infanzia di Ted non fu delle migliori, crebbe con i nonni materni credendo fossero i suoi genitori e con la vera madre che riteneva  invece una sorella. La sua origine gli era stata nascosta per coprire la vergogna  di essere figlio illegittimo, di padre sconosciuto. Era un bambino timido, spesso schernito dai compagni, ma tranquillo a scuola e nel gruppo di Boy Scout locali. Da adolescente, invece, la sua personalità violenta cominciò a manifestarsi e la scoperta,  sembra casuale, della verità sui suoi natali, ne peggiorò non poco il carattere. Nel 1969 ci fu una nuova svolta, apparentemente positiva, nella sua vita e nella sua personalità. Seguì corsi di psicologia e legge all’Università e divenne anche uno stimato membro del Partito Repubblicano. Nel tempo libero prestava volontariato in un’organizzazione no-profit, rispondendo alle telefonate di persone in difficoltà economica e di vittime di stupro. In quel periodo ricevette addirittura una medaglia per aver salvato una bambina che stava annegando. Nel frattempo aveva intrapreso una relazione con una giovane donna divorziata, prestandosi a ricoprire anche il ruolo di padre per sua figlia.

Nel 1973, dopo la laurea all’Università di Washington, Bundy  fu accettato alla scuola di legge dell’università dello Utah ma, forse per il suo impegno nel Partito Repubblicano, decise di rimandare la frequenza all’anno successivo.

Invece nel 1974, intraprende una  “carriera” di tutt’altro genere. È a partire da gennaio di quell’anno, infatti, che inizia a rapire, violentare e uccidere giovani ragazze.

La scia di efferati omicidi diventa sempre più lunga e cominciano ad arrivare le prime testimonianze di ragazze avvicinate da Bundy con varie scuse e miracolosamente scampate alla sua furia. La polizia riesce a comporre anche un identikit dell’omicida, ma Bundy si trasferisce in Utah per frequentare la facoltà di legge, continuando a uccidere. Dopo l’Utah, si sposta in Colorado e qui subisce il primo arresto e la prima condanna per l’aggressione a due ragazze. Riesce però ad evadere e si sposta in Florida dove  il 15 gennaio 1978 si introduce nella camerata di un college e uccide altre due ragazze. Pochi giorni dopo rapisce e uccide una ragazzina di soli 12 anni, sarà il suo ultimo omicidio. Arrestato alla guida di un’auto rubata viene processato in Florida tra il 1979 e il 1980 e condannato alla pena di morte. Viene giustiziato sulla sedia elettrica  il 24 gennaio 1989, reo confesso di 28 omicidi.

Bundy ha ispirato canzoni, sceneggiati e film, l’ultimo è il recente Ted Bundy – Fascino criminale (titolo originale Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile, regia di Joe Berlingernel, USA 2019), nel quale a interpretarlo è Zac Efron, ex idolo delle ragazzine come attore di film Disney.

Su di lui è stato scritto anche un libro, opera di un’amica ai tempi del volontariato a Washington, Ann  Rule, dal significativo titolo Un estraneo al mio fianco.