IL NUMERO

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È il numero di persone che, “ogni minuto”, erano costrette a fuggire dalla propria casa nel 2015 per sottrarsi a situazioni di conflitto nel proprio paese: quasi il doppio della frequenza del respiro di una persona adulta. Questo emerge dal rapporto Global Trends dell’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni unite per i profughi che traccia le migrazioni forzate nel mondo basandosi su dati forniti dai governi, dalle agenzie partner e dai rapporti propri. Numero raddoppiato rispetto a 10 anni prima quando si registravano 6 persone in fuga “ogni minuto”.

Stando a quei dati del 2015 le persone costrette alla fuga erano circa 65,3 milioni, rispetto ai 59,5 milioni dell’anno prima, numero più alto di quello degli abitanti della Francia, del Regno Unito o dell’Italia. Erano comprese nel conteggio i 21,3 milioni di rifugiati nel mondo, i 3,2 milioni di persone in attesa di decisione sulla loro richiesta d’asilo in paesi industrializzati e i 40,8 milioni di persone costrette a fuggire dalla propria casa ma ancora all’interno dei confini del loro paese. Rispetto alla popolazione mondiale di 7.349 miliardi di persone dell’epoca significa che 1 persona su 113 era un richiedente asilo, sfollato interno o rifugiato.

La situazione non è certamente migliorata e dovrebbe suscitare solidarietà, non disprezzo. Dovrebbe.