LA DATA

25 aprile 1945

Certo, scontato dare oggi questa data. Il prossimo anno in questa rubrica su TESSERE leggerete altro. Sceglieremo un anno diverso dal 1945. Ma per una rivista che della memoria fa uno dei suoi punti d’orgoglio, ricordare il giorno della Liberazione è d’obbligo.

Ogni anno il 25 aprile si celebra la liberazione d’Italia. Che in realtà fu completata il 3 maggio di quell’anno, perché solo il 29 aprile 1945 fu formalmente firmata dai rappresentanti delle forze in campo la resa di Caserta e la resa definitiva delle forze nazifasciste all’esercito alleato, si ebbe solo il 3 maggio: quello è il giorno in cui ebbe effettivamente fine la guerra sul territorio italiano.

Il 25 aprile, scelto come data per celebrare la Liberazione e la fine dei 20 anni di dittatura fascista e dei 5 anni di guerra fu il culmine della fase militare della Resistenza e l’avvio effettivo di una fase di governo da parte dei suoi rappresentanti che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica – consultazione per la quale per la prima volta furono chiamate alle urne per un voto politico le donne – e poi alla nascita della Repubblica Italiana, fino all’approvazione della Costituzione il 22 dicembre 1947 e alla sua promulgazione da parte del capo provvisorio dello Stato 5 giorni dopo.

Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti tra gli altri il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) – proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate; parallelamente il CLNAI emanò in prima persona dei decreti legislativi, assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano», stabilendo tra le altre cose la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Benito Mussolini, che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo.

Piero Calamandrei, in un discorso ai giovani tenuto a Milano il 26 gennaio 1955 disse: «Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione».

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