LA DATA

26 febbraio 2005

«Ho concepito il Macintosh e inventato il nome in risposta alla mia convinzione che per raggiungere un’ampia diffusione i computer del futuro dovessero essere disegnati dal punto di vista dell’utente». Con queste parole, Jef Raskin, programmatore e grande esperto di interfacce uomo-macchina, spiegava come e perché era nata l’idea rivoluzionaria di creare un sistema in grado di facilitare il rapporto tra l’uomo e la macchina e di favorire così la diffusione dei computer.

E aveva ragione questo scienziato poliedrico, pieno di interessi che spaziavano dall’aeronautica alla biologia, alla musica, nato a New York il 9 marzo 1943 e morto in California il 26 febbraio 2005, per un tumore al pancreas, lo stesso che avrebbe ucciso, pochi anni dopo, anche Steve Jobs.

Assunto nel 1978 dalla Apple, come impiegato numero 31, già l’anno successivo aveva tirato fuori dal cappello un progetto rivoluzionario e senza precedenti nella storia dell’informatica “domestica”, lavorando spalla a spalla con Steve Jobs e Steve Wozniak, altro genio dell’informatica, padre dell’Apple I. Insieme, sviluppano l’idea di Raskin e progettano l’interfaccia a finestre, lanciando sul mercato il celebre “Mac”. Il nome al modello lo dette lo stesso Raskin, ispirandosi alla sua varietà di mela preferita, la McIntosh appunto.

Fino a quel momento tutte le aziende produttrici di computer, Apple compresa, si concentravano sulla potenza e sull’innovazione dell’hardware, senza considerare le difficoltà dell’utente per interfacciarsi (appunto) alla macchina. Così, quando il “Mac 128” venne lanciato sul mercato, nel 1984, malgrado il non popolare prezzo di 2.495 dollari, andò a ruba. Poi le vendite si arenarono a causa di alcuni problemi tecnici che sarebbero stati superati nei modelli successivi, decretando il successo planetario della casa madre.

Raskin era stato uno dei 10 migliori laureati della Pennsylvania State University tra i 72.000 della scuola di ingegneria. Insignito di un Master in Computer Science, era un esperto di musica computerizzata. Prima di approdare alla Apple, era stato docente associato in musica e arte visiva, suonava l’arpa, aveva girato un film (Smog pattern), trasmesso dalla televisione pubblica americana, ma aveva fatto anche il designer di imballaggi, lo scrittore, il fotografo pubblicitario, aveva registrato brevetti e i marchi di vario tipo nel campo dell’elettronica e dell’informatica. Nel 1989, uscito dal progetto Machintosh, cominciò a lavorare come consulente nel design dei sistemi operativi, per clienti internazionali, tra cui Motorola, Bayer e altri. Giornalista e scrittore, ha pubblicato oltre 300 articoli su testate come “Wired” e “Forbes” ed è autore del libro L’interfaccia umana.