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Randstad 1969: un crowdfunding per ridare vita alla memoria

Due amici, Pierluigi Ortolano e Davide Pitetti appassionati di foto e cultura, un camper e il ritrovamento del tutto casuale di un “archivio” fotografico di un autore ignoto, mai stampato: 141 rullini di scatti, colti alla fine degli anni ’70 nella Randstad Holland, conurbazione che comprende Amsterdam ed altre 16 città dei Paesi Bassi, di cui Pierluigi e Davide sono venuti in possesso nel 2017 attraverso un’asta on line.

Nasce così, per caso, il progetto dal titolo Ranstad 1969, in omaggio all’area geografica e alla pagina dell’omonimo giornale del 1969, in cui sono stati avvolti i rullini abbandonati in uno studio fotografico olandese e ritrovati mezzo secolo dopo. L’obiettivo è quello di sviluppare tutte le pellicole, spolverando «la memoria imprigionata per respirare un decennio di storia da (ri)vivere attraverso la fotografia» spiegano Pierluigi Ortolano e Davide Pitetti, che, per sostenere il progetto, hanno appena lanciato un crowdfunding attraverso la loro l’associazione culturale Civico Zero – idee in movimento, fondata due anni fa con la voglia di occuparsi di cultura fotografica e letteratura. Il tutto a bordo di un camper trasformato in aula multimediale, nel quale organizzano workshop, laboratori, incontri e mostre.

Intorno a “Ranstad 1969”, si è formato un gruppo di amici degli ideatori, un gruppo di lavoro in cui ognuno di loro, con la propria professionalità, sviluppa e approfondisce diversi aspetti del progetto.Intanto, dai 10 rullini già sviluppati sono state stampate alcune immagini, presentate in una mostra d’anteprima, organizzata nel camper di Civico Zero in occasione della manifestazione “Vinum et Cultura” di San Salvo, in provincia di Chieti.

Già dalle prime foto, emerge «una visione del mondo tagliata a fette dallo sguardo di uno sconosciuto fotografo», si legge sul sito del progetto. «Ogni immagine, fermata e ritratta nelle foto esposte, sembra cogliere l’inesorabile succedersi di stati e movimenti di quiete. Il tempo di un quotidiano sospeso. Un fermo immagine nella linea universale del tempo (mondo) che scorre. Bimbe in bicicletta, operai al lavoro, scorci di quartiere, navi nel porto. Ogni immagine racconta una nitida visione delle vicende umane e urbane, della loro contingenza. Racconta di come ognuna di esse, per quanto significativa, sia inesorabilmente transitoria.

L’occhio di un fotografo, a noi sconosciuto, ha colto e fermato queste immagini. Nessuno sa chi sia. Eppure la cura dell’inquadratura e la scelta del registro comunicativo fanno pensare ad un professionista dallo sguardo “alieno”. Ad una persona che ha scelto, da estraneo, di raccontare per immagini la vita di una bolla spazio-temporale nel disvelarsi del mondo».

Le altre foto si spera che saranno stampate nel tempo. Tutto dipenderà dal risultato del crowdfunding, che ad oggi ha raccolto oltre 400 euro, sui 3.500 fissati come obiettivo.