LA DATA

27 febbraio 1996

Vogliate scusarmi se, stretta fra due tragici eventi – uno di carattere storico, l’incendio del Reichstag del 1933, preso a pretesto da Hitler per imprimere una sanguinosa accelerazione al suo potere; e uno scatenato dalle forze naturali, il devastante terremoto di magnitudo 8.8 che colpì il Cile nel 2010 – mi sono sentita talmente abbattuta da avere vigliaccamente ripiegato, per la data del 27 febbraio, sul rassicurante (si fa per dire!) mondo dei Pokémon.

I Pokémon nascono in Giappone, un paese in cui, fra le tante – almeno per noi – stranezze, va forte l’hobby di collezionare insetti. Agli inizi degli anni Novanta, Satoshi Tajiri, che adorava questo hobby e aveva fondato la software house Game Freak, viene in contatto con il Game Boy, la console portatile della Nintendo. Facendo leva sui propri ricordi d’infanzia Satoshi Tajiri elabora l’idea dei “Pocket Monsters”. L’idea si concretizza il 27 febbraio 1996 con la pubblicazione dei due videogiochi per Game Boy, Pocket Monsters Aka e Pocket Monsters Midori, distribuiti in occidente soltanto il 30 settembre 1998 con il nome di Pokémon Versione Rossa e Pokémon Versione Blu. Il divertimento è incentrato su delle creature immaginarie chiamate appunto Pokémon, che si possono catturare, allenare e far combattere.

Durante i combattimenti i Pokémon non sanguinano, né possono morire. Se vengono sconfitti o sono esausti, perdono conoscenza e non sono più utilizzabili nelle battaglie; ciò ha permesso a Tajiri di creare un gioco di lotta senza che fosse accusato di essere violento.

La Nintendo ha in seguito pubblicato nuovi giochi dedicati ai personaggi ideati da Tajiri, per la maggior parte videogiochi di ruolo, fino a superare il numero di trenta titoli.

I Pokémon sono stati spesso oggetto di pesanti critiche: alcuni cristiani statunitensi credono che abbiano un’origine satanica perché per controllarli occorre usare “talismani” magici e possono avere poteri paranormali o psichici; alcuni membri della comunità ebraica hanno avanzato invece critiche per l’uso della svastica, simbolo del nazismo. La Nintendo ha giustamente dichiarato che è stato solo un malinteso, poiché la svastica o “manji”, orientata in senso antiorario, rappresenta in Oriente il sole e viene usata come auspicio di buona fortuna dalla religione induista da duemila anni.

La serie animata dei Pokémon è incorsa più volte in censure, per i motivi più vari. Ad esempio, il 38º episodio della prima serie, Dennō Senshi Porygon, andò in onda per la prima e unica volta il 16 dicembre 1997 in Giappone, perché ci furono circa 700 casi di epilessia, causati da alcune sequenze nelle quali venivano mostrate intermittenze luminose troppo veloci.

A dispetto delle critiche, il grandissimo successo ottenuto ha portato alla creazione di anime, film, manga, un gioco di carte da collezione, libri e una moltitudine di giocattoli e gadget. Sebbene l’entusiasmo nei confronti dei Pokémon sia andato via via esaurendosi nel corso del tempo, i vari videogiochi che vedono protagonisti i Pokémon avevano venduto, al 2017, oltre 300 milioni di copie in tutto il mondo.

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