LA DATA

27 Giugno 1980

Il 27 giugno 1980 una tragedia si consuma nei cieli a Nord di Ustica: Il DC9 I-TIGI Itavia IH870, in volo da Bologna a Palermo, partito con due ore di ritardo, esplode provocando 81 vittime, di cui 13 bambini (tutti i passeggeri persero la vita). L’aereo improvvisamente si squarciò in volo, precipitando nel tratto di mare compreso tra le isole tirreniche di Ustica e Ponza.

Molti aspetti di questa terribile vicenda restano, ancora oggi, oscuri. Grande dibattito c’è stato nel corso degli anni sulle possibili cause: c’è chi pensa a un coinvolgimento internazionale (in particolare francese, libico e statunitense, con una delle tre aviazioni che avrebbe colpito per errore il DC-9 con un missile diretto al nemico), chi a un problema strutturale che ha causato il cedimento e chi a un attentato terroristico (con un ordigno esplosivo che sarebbe esploso nella toilette dell’aereo).

I procedimenti penali per alto tradimento, a carico di quattro esponenti dei vertici militari italiani, si sono conclusi con l’assoluzione degli imputati. Altri procedimenti a carico di militari (circa ottanta) del personale AM si sono conclusi con condanne per vari reati, tra i quali falso e distruzione di documenti.

La compagnia aerea, che già non era nella migliore situazione economica, dopo il disastro cessò la sua attività (il 10 dicembre), due giorni prima che le fosse revocata la licenza di operatore aereo e, nel giro di un anno, fallì.

La procedura per riportare a galla il relitto dell’aereo non fu semplice. Operazioni condotte nel 1987 e nel 1991, consentirono di riportare in superficie circa il 96% del relitto del DC-9; si specifica che è stato recuperato l’85% della superficie bagnata dell’aereo.

Il relitto ricostruito è oggi visibile a Bologna nel Museo della memoria di Ustica.