LA DATA

27 novembre 1895

Alfred Nobel (1833- 1896) registrò ben 355 brevetti, ma la sua grande fortuna fu l’invenzione della dinamite e della gelatina esplosiva. Anche se si dice che quasi mai le sue invenzioni furono impiegate in contesti bellici, vero è che veniva da una famiglia che aveva una certa dimestichezza con la guerra e il capitalismo. Il padre Immanuel si era arricchito grazie alla fiorente industria degli armamenti russi e alla guerra di Crimea, mentre il fratello Ludvig Immanuel Nobel diventò un grande petroliere.

Difficile non pensare ad un coinvolgimento di Alfred nelle attività di famiglia…Il buon Alfred era persona molto riservata, schiva in modo quasi patologico, tant’è che quando, suo malgrado, divenne celebre, rifiutò sempre di farsi intervistare e perfino ritrarre, quasi una sorta di pudore nei confronti di una società che considerava la sua famiglia “mercanti di morte”. Ma ecco che una tragica vicenda definisce e affina la svolta nella vita di Alfred.

Nel 1888, a seguito della morte del fratello Ludwig, un giornale francese scambiò le identità dei due Nobel e pubblicò un articolo poco lusinghiero dedicato all’imprenditore, intitolato Le marchand de la mort est mort (Il mercante della morte è morto). Alfred, che in quel momento si trovava a Parigi, lesse il suo necrologio e ne fu profondamente turbato. Senza preavviso, proprio il 27 novembre 1895, si recò al Swedish Norwegian Club di Parigi per redarre un lungo testamento, nel quale elencava i beni che avrebbe lasciato alla sua famiglia e incaricava un suo fedele collaboratore di dare seguito alla sua ultima volontà: investire il resto del suo patrimonio e donare gli interessi sotto forma di premi a «coloro che, durante l’anno precedente, più abbiano contribuito al benessere dell’umanità».

Nobel decise di dividere i fondi in cinque premi corrispondenti a cinque diversi ambiti: fisica, chimica, medicina,  letteratura e pace. Quest’ultimo sarebbe stato conferito «alla persona che abbia svolto il lavoro migliore per il mantenimento e la promozione della pace». Si racconta che il testamento fu scritto così di getto che l’imprenditore chiese a quattro signori del Club mai visti prima di firmarlo in qualità di testimoni.

Grazie a quel testamento che neppure i parenti conoscevano Alfred Nobel entra definitivamente nella storia.