IL NUMERO

27

Tina Anselmi e Nilde Iotti

27 è la percentuale delle donne cui è stato affidato un ministero, nel governo Conte, che non si discosta dalla media della storia repubblicana, tranne rare eccezioni. Una cifra ancora assai lontana da quella della presenza femminile ai vertici della politica, nei principali Paesi europei e inferiore di 3 punti alla media del Vecchio continente (pari al 30,4%). Questo, considerando che, in Italia, la prima nomina di una donna a ministro – Tina Anselmi, cui l’allora presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, affidò il Lavoro e la Previdenza sociale – è stata nel 1976. I numeri sono del rapporto Openpolis Trova l’intrusa – gli effetti delle leggi per la parità di genere su Comuni, Regioni, Parlamento nazionale ed europeo, che fa il punto della situazione 43 anni dopo la nomina della Anselmi.

Purtroppo, in tutti gli organi di rappresentanza, la quantità di donne e la qualità degli incarichi loro affidati, non regge il confronto con gli uomini e l’Italia si piazza solo al tredicesimo posto in Europa (al primo posto si trova la Spagna, con oltre il 60% di donne a capo di un ministero). Più in generale, tuttavia, nelle posizioni chiave dei governi Europei (capo politico, ministro degli Esteri, ministro dell’Economia o delle Finanze) le donne sono solo 14, delle quali 3 sono capi di Stato, 4 ministri degli Esteri e 7 alla guida di un ministero economico.

La situazione in Italia, migliora se si guarda a Montecitorio, che nella attuale legislatura registra un record di donne in entrambi i rami del Parlamento: alla Camera la presenza femminile è del 35,71%, al Senato del 34,48%, con il Movimento 5 stelle che sale a oltre il 40% di elette in entrambe le Camere. Maria Elisabetta Alberti Casellati, inoltre, è la prima donna a guidare il Senato, e considerando che il precedente presidente della Camera è stata Laura Boldrini, per la prima volta nella storia repubblicana, un ramo del Parlamento è guidato da una donna per due legislatura consecutive. La parità arretra invece nelle Regioni, dove si contano oggi solo 2 donne a ricoprire l’incarico di presidente, mentre tra il 2003 e il 2015 erano 5.