DAILY LA DATA

28 maggio 1936

Se non si fosse suicidato nel 1954, a quarantadue anni, il matematico, logico e crittografo inglese Alan Turing, considerato uno dei padri dell’informatica e uno dei più grandi matematici del ventesimo secolo, avrebbe senz’altro potuto collaborare allo sviluppo di quell’intelligenza artificiale che aveva teorizzato sin dagli anni Trenta. Seguendo un corso di logica a Cambridge tenuto da M.H.A. Newman, legge le pubblicazioni di Godel sul problema della deducibilità ( Entscheidung) posto dal matematico David Hilbert. È il 1935 e Turing si appassiona alla questione lasciata irrisolta anche da Godel, e cioè se esista un metodo definito che può essere applicato ad una proposizione matematica per stabilire se è dimostrabile. Ci lavora fino all’anno successivo, e il 28 maggio 1936 propone per la pubblicazione un articolo fondamentale, intitolato On computable numbers with an application to Entscheidung problem (Sui numeri computabili con un’applicazione al problema di decidibilità), nel quale elabora quella che conosciamo come la macchina di Turing, un modello teorico di una macchina utilizzabile per qualsiasi sequenza computabile, che apre la strada al concetto di software.
La macchina di Turing non è propriamente una antenata del computer, anche se è stata un forte stimolo per teorizzazioni successive, in particolare quelle del logico Neumann, che nel 1953 realizzò il primo calcolatore programmabile con un gruppo di lavoro formato da fisici e ingegneri.
Ma nel 1953 Turing aveva altri problemi, e grossi. Nonostante l’Inghilterra e il mondo tutto dovesse anche a lui la decifrazione del codice Enigma, utilizzato dai tedeschi per le comunicazioni durante la seconda guerra mondiale, non ci fu alcuna esitazione nel farlo arrestare per omosessualità, all’epoca ancora reato. Costretto a scegliere fra la galera e la castrazione chimica scelse quest’ultima, con conseguenze così pesanti da arrivare al suicidio, il 7 giugno del 1954.
Il 10 settembre 2009 il primo ministro inglese Gordon Brown fece una prima dichiarazione di scuse:
«per conto del governo britannico, e di tutti coloro che vivono liberi grazie al lavoro di Alan, sono orgoglioso di dire: ci dispiace, avresti meritato di meglio».
Nel centenario della sua nascita, un gruppo di famosi scienziati internazionali scrisse una lettera aperta al Primo Ministro britannico David Cameron, intitolata Pardon for Alan Turing, per sollecitare la grazia postuma, con un appello pubblicato sul Daily Telegraph e una campagna on line. Dopo averla in prima istanza rifiutata, il 24 dicembre 2013 Turing ha avuto le scuse ufficiali richieste dalla petizione; perché allora non riservare uguale trattamento a Oscar Wilde, che il 25 maggio del 1895 fu condannato a due anni di lavori forzati per lo stesso crimine? La risposta a questi interrogativi il governo inglese l’ha data, finalmente, il 31 gennaio 2017, con la Alan Turing Law.

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