LA DATA

28 marzo 1990

Uno dei pochi meritevoli atti degni di ricordo da parte del presidente statunitense George W. Bush, la consegna della medaglia d’oro (postuma) del Congresso americano a James Cleveland Owens, detto Jesse (scomparso nel 1980), il 28 marzo 1990.

Owens fu un personaggio straordinario, non solamente per le quattro medaglie d’oro vinte ai Giochi Olimpici di Berlino 1936 davanti al Führer e a migliaia di tedeschi lividi di rancore e rabbia.

«Dovevamo arrangiarci per sopravvivere ogni giorno», era solito dichiarare Owens a chi gli chiedeva della sua infanzia, durante la Grande Depressione (era nato il 12 settembre 1913 a Oakville).

Studente delle scuole tecniche, dopo la scuola lavorò in un negozio di scarpe e, nel tempo libero, si allenava nella corsa, la sua vera passione. Ai campionati nazionali studenteschi del 1933 catturò l’attenzione di tutto il mondo sportivo con grandi prestazioni nella velocità e nel salto in lungo. Questo gli fece ottenere l’ammissione nell’Università statale dell’Ohio e da allora divenne l’uomo più veloce al mondo.

A Berlino Owens il 3 agosto vinse i 100 metri, il 4 il salto in lungo, il 5 agosto i 200 metri e il 9 agosto la staffetta 4×100.

Il suo record di quattro ori in una stessa Olimpiade (nell’atletica leggera) fu eguagliato soltanto alle Olimpiadi di Los Angeles 1984 dal connazionale Carl Lewis, che vinse quattro ori nelle stesse gare.

Nella storia rimase (anche se la vicenda fu romanzata) in particolare il 4 agosto 1936. Quel pomeriggio allo stadio olimpico era presente anche Adolf Hitler. Di fronte alla vittoria di Owens contro il tedesco Luz Long (il migliore atleta tedesco, nonché amico di Owens), si racconta che il Führer indispettito si sia alzato uscendo dallo stadio per non stringere la mano al nero americano. In realtà le cose andarono diversamente. Come scrisse nella sua autobiografia, The Jesse Owens Story, Owens stesso raccontò come Hitler si alzò in piedi e gli fece un cenno con la mano.